Rischio crac L'appello di Samaras

Milano Ha lanciato allarmi sulla stessa tenuta democratica della Grecia il premier Antonis Samaras (nel tondo), che ha scelto un quotidiano finanziario della Germania, l'Handelsblatt, per alzare i toni della retorica sugli appelli per ottenere la nuova tranche di aiuti europei. Senza questi fondi, ha avvertito Samaras, Atene ha liquidità solo fino a fine novembre, poi si ritroverà con le casse vuote. E i paragoni che ha fatto con il periodo del secolo scorso che favorì l'ascesa del nazismo in Germania, appaiono un esplicito avvertimento sul cosa rischierebbe di accadere se la Grecia venisse lasciata senza sostegni.
«La democrazia greca sta attraversando forse il suo momento più difficile», ha detto. Perché secondo Samaras i lunghi anni di recessione economica, in cui il Paese ha portato avanti duri piani di risanamento dei conti ancora non completati, hanno finito per creare in Grecia una situazione di tensione sociale analoga a quella della Germania con la Repubblica di Weimar. L'iperinflazione e la recessione che colpirono la Germania di allora finirono per spianare la strada al nazismo. Samaras descrive un Paese allo stremo. I tagli sono già andati a colpire uin profondità e «siamo al limite di ciò che possiamo aspettarci della nostra popolazione». Più della metà dei giovani ha perso il lavoro, la povertà aumenta a «sempre più greci devono andare a mense per i poveri della Chiesa e del volontariato per avere un pasto caldo». La coesione della società ora è minata dal «pericolo della disoccupazione in aumento, come verso la fine della Repubblica di Weimar in Germania». La società greca nel suo insieme è minacciata da movimenti politici estremisti, di destra e di sinistra.
E a destra c'è un partito, Alba Dorata, che Samaras definisce «fascista, neonazista», ma che nei sondaggi viene accreditato come il terzo più forte, in ascesa.
La Grecia è da settimane impegnata in serrate trattative con la troika dei tecnici di Commissione europea, Bce e Fondo monetario internazionale, su un pacchetto di misure necessarie a rimettere in carreggiata il programma di risanamento e riforme, accettato da Atene in cambio degli aiuti. Senza l'avallo della troika la Grecia difficilmente otterrebbe il via libera al versamento di una nuova tranche di sostegni da circa 30 miliardi di euro. La relazione dei tecnici è attesa verso metà mese.
Una prima risposta all'appello è venuta da Berlino. Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, infatti sarà la prossima settimana ad Atene per convincere i creditori internazionali della Grecia a pagare la prossima rata del prestito di salvataggio. Sul caso Grecia ieri è intervenuto anche il presidente del Consiglio italiano Mario Monti che da Malta, dove è volato per partecipare al vertice sul dialogo del Mediterraneo occidentale ha avvertito che non ci dev'essere «nessuno sconto, tutti - comprese Italia e Grecia - devono terminare i propri compiti a casa, ma l'Europa non deve esagerare perché un rigore eccessivo può accrescere le distanze dei cittadini verso l'Unione europea e monetaria.


La situazione di Atene non ha avuto invece alcun riscontro negativo sulle Borse europee tutte in risalita grazie ai dati positivi sulla disoccupazione negli Stati Uniti scesa al 7,8 per cento a settembre, ai minimi dal gennaio 2009. Milano è la migliore con l'indice Ftse che sale del 2,35%, quindi Madrid (+1,81%), Parigi (+1,64%), Francoforte (+1,27%) e Londra (+0,74%).

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