Siamo arrivati ai titoli di coda della lunghissima campagna elettorale americana, che tra primarie e presidenziali va avanti da più di un anno. Gli Stati Uniti si apprestano a vivere il loro giorno più lungo, l'election day, per la scelta del 45° presidente. I primissimi a votare, come da tradizione, saranno i dodici residenti di Dixville Notch, un paesino del New Hampshire in cui per tradizione ci si reca al seggio subito dopo la mezzanotte di martedì (le 6 del mattino in Italia). Dopo poche ore, alle sei del mattino (le 12 in Italia) apriranno i seggi in Virginia e in New Hampshire e negli altri Stati della costa orientale. Ultima la costa orientale e, per ovvie ragioni geografiche, le Hawaii.
I primi dati significativi arriveranno all'una di notte in Italia, con la chiusura dei seggi in Virginia. All’1.30 seguiranno il North Carolina e l’Ohio. Una vittoria di Romney in North Carolina, uno degli Stati più conservatori tra quelli in bilico, manterrebbe la corsa aperta al repubblicano. Ma com'è noto gli occhi di tutti sono puntati su Ohio e Florida. Nessun repubblicano è mai arrivato alla Casa Bianca senza conquistare Cleveland e dintorni. Alle 20 ora locale chiudono i seggi in Florida e nella gran parte degli Stati sulla East Coast: una vittoria di Obama in Florida potrebbe essere decisiva per la sua rielezione, ma i sondaggi nel Sunshine State sembrano premiare Romney.
Tutti i grandi network (ABC, CBS, NBC) più le reti via cavo (Cnn e Fox) faranno exit poll su circa 25mila elettori, soprattutto negli Stati-chiave: i dati raccolti, insieme ai sondaggi telefonici, saranno usati per formulare le previsioni Stato per Stato, rese pubbliche a seggi chiusi. Alcuni Stati pubblicheranno inoltre i risultati parziali.
Obiettivo quota 270
In base alla media di tutti i sondaggi elaborata dal sito specializzato RealClearPolitics.com (RCP), a ventiquattrore dal voto Obama avrebbe 303 grandi elettori contro i 235 di Romney. Fra gli swing states (stati in bilico) il presidente porterebbe a casa Ohio, Virginia, Wisconsin, Iowa, Colorado e Nevada. A Romney il North Carolina e la Florida.
Romney: rischio nuova recessione
"Se non cambiamo - dice Romney - andiamo verso una nuova recessione: giorni migliori sono davanti a noi e un futuro migliore può iniziare a breve". Ed ha aggiunto: domani "riporteremo fiducia. Domani insieme per un futuro migliore. Il 7 novembre ci mettiamo a lavorare".
Obama: pronto a lavorare coi repubblicani
"Se il prezzo da pagare per la tranquillità a Washington è accettare accordi che priveranno gli studenti di aiuti finanziari, elimineranno finanziamenti per Planned Parenthood, permetteranno alle compagnie di assicurazione di discriminare persone con problemi di salute oppure elimineranno l'assistenza sanitaria per milioni di persone coperte da Medicaid, allora non sono disposto a pagare questo prezzo", ha Obama durante un comizio elettorale in Florida.
Il presidente ha ribadito di essere disponibile a lavorare oltre le linee del partito per mettere fine allo stallo politico di Washington, ma ha sottolineato che questo non avverrà a scapito di misure chiave dei democratici.
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