La vendetta dei Sette: niente G8 in Russia

Il vertice previsto a Sochi si svolgerà invece a Bruxelles e la delegazione di Mosca non sarà invitata

La vendetta dei Sette: niente G8 in Russia

New York - Non ci sarà un summit del G8 a Sochi, ma un summit del G7 a Bruxelles, a giugno, senza la Russia. Lo hanno annunciato ieri i leader di Italia, Francia, Germania, Giappone, Germania, Canada e Stati Uniti riuniti all'Aia. «Questo gruppo è stato creato sulla base di valori comuni e responsabilità condivise. Le azioni della Russia nelle ultime settimane non sono coerenti con queste basi», hanno fatto sapere i sette. È difficile pensare a un ritorno di Mosca al tavolo delle potenze economiche internazionali «nell'immediato futuro», ha spiegato il ministro degli Esteri britannico William Hague, che ha anche annunciato che il gruppo studierà nelle prossime settimane come diminuire la dipendenza dell'Europa dalle riserve energetiche russe.
I sette si sono incontrati nel primo giorno del viaggio in Europa del presidente Usa. I toni di Barack Obama avevano già anticipato l'esito delle discussioni: in un'intervista pubblicata sul giornale olandese De Volkskrant ieri al suo arrivo ad Amsterdam il presidente ha detto che Vladimir Putin deve capire «le conseguenze economiche e politiche delle sue azioni in Ucraina». Dal Rijksmuseum, con alle spalle «La Ronda di Notte» di Rembrandt, Obama ha impostato i toni della sua visita europea, organizzata prima degli eventi di Kiev, ma destinata a focalizzarsi quasi interamente sul futuro dell'Ucraina e delle relazioni con Mosca. «Europa e America sono unite nell'imporre un costo alla Russia per le sue azioni», ha detto prima di recarsi all'Aia, per un summit sulla sicurezza nucleare. E l'entità del costo è stata rivelata poche ore dopo. L'attenzione internazionale ieri è finita ai margini del vertice, sull'incontro in serata tra i leader del G7. Il G7, appunto, e non G8. I leader hanno discusso il futuro di Mosca, entrata nel gruppo nel '98, in riconoscimento ai suoi sforzi di riforma nell'era post-sovietica. Finché non ci saranno le condizioni politiche, «non c'è G8», aveva anticipato il cancelliere tedesco Angela Merkel.
L'incontro dei leader all'Aia e la nuova condizione di isolamento della Russia non sembra preoccupare però Putin. Il capo della diplomazia russa Sergei Lavrov ha detto ieri che un'espulsione della Russia dal G8 non è «una grande tragedia». E i movimenti di truppe russe non si fermano: all'alba di ieri i soldati hanno preso possesso di un'altra base militare in Crimea. Un ufficiale dell'esercito americano ha detto all'AFP che il numero di militari russi nella regione è in aumento mentre Kiev ha ordinato il ritiro delle sue forze dall'area. L'America è preoccupata per l'aumento delle attività militari della Russia, lo ha detto Ben Rhodes, vice consigliere per la sicurezza nazionale di Obama, che prima del summit dei sette ha anche spiegato come «non c'è necessità per il G7 di impegnarsi con la Russia» se questa non fa un passo indietro. Si è rafforzata ieri anche la volontà comune di irrobustire le sanzioni se sul campo gli eventi non cambiano. L'ordine esecutivo firmato la settimana scorsa dal presidente a Washington apre a più importanti misure economiche contro figure politiche e legate alla finanza vicine a Putin, ma non è ancora effettivo. Se Mosca non farà un passo indietro, hanno minacciato ieri i leader all'Aia, nuove sanzioni sono pronte. A innescare ulteriori reazioni potrebbe essere un'invasione della parte meridionale e orientale dell'Ucraina, ha detto un funzionario anonimo americano.

Nonostante l'Europa sia determinata e abbia già allungato la sua lista di individui colpiti a Mosca, potrebbero esserci però crepe nell'unità di cui ha parlato Obama: l'Ue infatti è molto più dipendente economicamente da Mosca.

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