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Israele, la vittoria di Pirro del Likud di Netanyahu

La vera sorpresa di questa elezione é lo spostamento dell’elettorato israeliano da una destra nazionalista religiosa a un centro sinistra laico

Israele, la vittoria di Pirro del Likud di Netanyahu

In attesa dell’arrivo dei risultati definitivi (mancano i voti dei soldati , dei diplomatici e dei marinai all’estero) che potrebbero rinforzare l’imprevisto, il successo di Yair Lapid ( il presentatore della TV che con 18 seggi alla Knesseth é diventato l’ago della bilancia di ogni futura coalizione governativa) la vera sorpresa di questa elezione é lo spostamento dell’elettorato israeliano da una destra nazionalista religiosa a un centro sinistra laico e opposto all'allargamento della colonizzazione delle zone occupate in Cisgiordania.

Il nome scelto da Lapid (50 anni, figlio di un ministro deceduto anni fa e famoso commentatore radio) Yesh Atid (“C’é futuro”) spiega in parte il suo successo: crescente opposizione dell’elettorato alla strapotenza dei religiosi ortodossi e maggiore comprensione di Netanyahu dei problemi sociali considerati da metà dell’elettorato più importanti di quelli politici e di sicurezza.

Da questa consultazione elettorale Natanyahu esce ridimensionato. Gli sarà certo affidata dal Presidente dello Stato la formazione della nuova coalizione governativa dato che sua lista (Likud-Beteino) ha ottenuto 31 seggi su 120. Ma si tratta di un successo pirrico dal momento che in questa cifra vanno inclusi almeno 10 seggi del partito dell’ex ministro degli esteri Liberman, leader degli immigrati russi. Prima dell’unione, le due liste assommavano 42 seggi e con l’appoggio dei religiosi ortodossi dominavano la politica del paese.

Questa politica avrà tuttavia ora difficoltà ad esprimersi in maniera chiara per due ragioni: i partiti di centro sinistra sono divisi fra di loro e incapaci di formare un solido blocco contro quello delle destre nazionaliste religiose. In secondo luogo se una eventuale coalizione di centro sinistra potrebbe dedicarsi con successo alla soluzione di due dei tre problemi insoluti da Natanyahu (il sociale e il servizio militare degli ortodossi), per il terzo, il problema della coesistenza di due stati (Israele –Palestina) la maggioranza al parlamento é ancora nelle mani della destra religiosa nazionalista .

In questo campo molto dipenderà da Washington e dall’atteggiamento dei palestinesi divisi fra il governo di Gaza (Hamas) e quello di Ramallah (al Fatah).

Il che fa pensare alla possibilità di nuove elezioni fra due o tre mesi in cui il centro sinistra é convinta della possibilità di riprendere il potere dopo anni di emarginazione.

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