Vota Obama o Romney? Anche l'uragano è entrato in politica 2 punti51%

I sondaggi sono sospesi, molti seggi sono chiusi (in Maryland, in Virginia), i comizi elettorali cancellati. Il resto della campagna però va avanti, sotto l'uragano più che mai: Sandy fa politica, la influenza, la mette alle strette. Come i dati sulla disoccupazione, come l'attentato di Bengasi: niente può rimanere fuori dalla corsa alla Casa Bianca, nessun gesto dei due candidati può non essere politico. E quindi la prima domanda in questi giorni, nei dibattiti tv è stata: ma l'uragano Sandy è repubblicano o democratico? Perché all'inizio è sembrato dare una mano al Gop, ostacolando il voto anticipato su cui tanto punta Obama e bloccando la campagna nel momento in cui la rimonta di Romney si era fermata.
Ma poi il presidente è salito sullo scranno del Commander in chief: «Alle elezioni ci penseremo fra una settimana, qui c'è da salvare vite umane». È ripartito dalla Florida mollando il comizio in programma, è tornato a Washington, si è chiuso nella Situation room come per l'operazione Bin Laden e ha tirato fuori il repertorio migliore del patriottismo a stelle e strisce: «In queste ore dobbiamo stare uniti, aiutarci», perché stare uniti «è la forza dell'America», e non c'è da pensare alle elezioni, ovviamente, ma «alle famiglie». Questo non è soltanto un uragano: è l'efficacia di una leadership che è messa alla prova, senza possibilità di sbavature, a una settimana dal voto. Obama deve dimostrare che la sua leadership è una realtà: e non può sbagliare. Ha dalla sua la forza intera della Casa Bianca, del ruolo di comando, di essere al posto giusto al momento giusto - se va tutto bene, se non commette errori. Romney non corre questo rischio, ed è un vantaggio: ma non potrà mai apparire come il salvatore della nazione nel pieno della catastrofe. Anzi sembra quasi che il suo momento magico si sia interrotto, in qualche modo, se perfino il governatore del New Jersey Chris Christie, repubblicano, critico duro del presidente, ieri ha esaltato pubblicamente Obama per come ha gestito l'emergenza: una risposta «eccellente, superlativa», «ho lavorato molto bene con lui», «mi ha dato il suo telefono diretto»; fino a scrivere su twitter di volere «ringraziare personalmente il presidente per tutta l'assistenza fornita» (a questo punto alcuni membri del partito repubblicano, anonimamente, pare si siano un po' irritati). Non solo: il governatore ha elogiato anche il lavoro della Fema, la Protezione civile americana, infilando il dito nella piaga. Perché gli oppositori di Romney hanno subito ricordato che lui mesi fa ha dichiarato di volerne affidare le funzioni (e le spese) ai singoli stati o «meglio ancora» a dei privati. Il New York Times ha attaccato: «Una grande tempesta ha bisogno di un grande governo» (cioè con protezione civile federale).
Romney è accusato anche di avere telefonato soltanto ai governatori repubblicani degli stati colpiti. Ieri ha partecipato a un evento di aiuto per la popolazione in Ohio (lo swing state cruciale), dove aveva già programmato il suo comizio. Obama ha invece annullato le attività elettorali anche per oggi. È un confine sottile, per entrambi il dubbio è: quanto spingersi nel cercare di guadagnare voti, senza dare l'impressione di lucrare sulla tragedia? Si sospendono i comizi quindi, ma intanto Ann Romney e Paul Ryan fanno campagna, e Bill Clinton, Joe Biden e Michelle Obama pure. Quando Romney raccoglie aiuti, fa anche politica; quando Obama parla da presidente, si gioca anche la rielezione. Per tutti, l'economia è al centro del voto: e il dato sulla disoccupazione atteso per venerdì (i numeri di settembre erano stati positivi per Obama) forse sarà pubblicato in ritardo, causa uragano.


In un sondaggio Rasmussen Obama è dato dietro di due punti in Ohio su Romney, 48% contro 50%


Secondo l'ultima rilevazione Gallup Romney avrebbe il 51%, Obama sarebbe invece al 46%

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