"Si rischia una patrimoniale". L'allarme di Confedilizia sulle case green

Il mondo edile e gli amministratori locali alzano la voce contro la direttiva europea per l'adeguamento green degli immobili entro il 2033

"Si rischia una patrimoniale". L'allarme di Confedilizia sulle case green

L'adeguamento energetico da effettuare entro il 2033 manca del criterio di realtà necessario per portare avanti simili iniziative. Al momento, sebbene il parlamento europeo abbia approvato la direttiva, non è ancora sicuro che venga attuata, in quanto l'iter non è concluso e ci sono spazi di manovra che possono intervenire per la sua modifica. Nelle città intanto è allarme, i sindaci sono preoccupati per ciò che potrebbe succedere al loro tessuto sociale in caso di conferma. Apprensioni più che giustificate, come emerge dalle parole del primo cittadino di Siena, Luigi De Mossi: "Siena rischia conseguenze disastrose dalla folle direttiva europea sulle cosiddette Case Green: chiediamo al Governo di fare tutto il possibile per fermare o modificare una scelta che potrebbe svalutare in modo significativo i valori immobiliari del nostro territorio".

Un allarme condiviso anche da Confedilizia, che per voce del suo presidente Giorgio Spaziani Testa ha spiegato a Il Tempo quali sono le criticità di quella direttiva, eccessivamente rigida. "Gli obiettivi si possono raggiungere anche attraverso 'spinte gentili', evitando imposizioni, ma varando incentivi o altri strumenti simili", sottolinea Spaziani Testa, spiegando che non ci siano fazioni pro o contrarie al tema ambientale, al quale tutti guardano con attenzione. Il tema, in questo caso, è un altro: "Si rischia un’altra mannaia sul patrimonio immobiliare degli italiani. E peraltro sulla base di obiettivi, alcuni dei quali sono irrealizzabili. Quando leggiamo di emissioni zero entro il 2050 parliamo di qualcosa che non si può ottenere, per dire, nemmeno in Finlandia".

Il presidente di Confedilizia non manca di chiarezza nella sua intervista e annuncia battaglia per scongiurare la sua applicazione, riportando gli investimenti medi parametrati che sarebbero necessari per raggiungere la famigerata classe D: "Possiamo prendere a riferimento le cifre dell’Enea riguardanti la parte 'ecobonus' del 'superbonus'. Dunque, parliamo di un investimento medio di circa 600 mila euro per i condomìni. Per gli edifici unifamiliari 113-114 mila euro; per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti 96-97 mila euro". Ma al di là del salasso economico, che non è secondario, sussistono problemi organizzativi importanti: "Le imprese già segnalano che ci saranno grossi problemi. A corredo doloroso di tutto questo, ci sarà la conseguenza della riduzione del patrimonio immobiliare italiano".

Spaziani Testa, quindi, evidenzia come si tratti sostanzialmente di un provvedimento ideologico: "La Commissione da tempo auspicava l’aumento delle tasse sul patrimonio immobiliare degli italiani... Questa non è una tassa ma in pratica sarà una stangata". E mentre gli integralisti dell'ambientalismo si sbracciano e strepitano per far credere che senza la direttiva si rischia la catastrofe del pianeta, il presidente di Confedilizia riporta tutti alla realtà: "In realtà è irrilevante nello scenario mondiale delle emissioni".

Si tratta dell'ennesimo tentativo di entrare nelle tasche degli italiani, dopo quello che prevedeva la sostituzione dei veicoli endotermici entro il 2035. Fortunatamente quest'ultima misura è stata bloccata e si spera che anche per quanto concerne le case Green si arrivi al medesimo risultato.

Il sindaco di Siena, in tal senso, dà la misura di quale sarebbe la situazione di gran parte delle realtà urbane italiane: "Molte delle case del nostro territorio sono antiche. La loro classificazione energetica è penalizzante. Possiamo imporre ai proprietari di investire decine di migliaia di euro per migliorarne le prestazioni energetiche entro pochi anni?".

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