«Dopo Evita Perón farò a teatro Marylin e... Capote»

Eva Peron. Basta il nome per evocare atmosfere sinistre dell'Argentina anni Quaranta. Ma qui è tutta un'altra storia: qui non ci sono i discorsi dal balcone, la seduzione di un popolo, le rappresentazioni pubbliche tenute dalla celebre first lady del presidente Juan Domingo Peron. In Eva Peron, una rilettura sarcastica dell' autore argentino Raoul Damonte, in arte, Copì, vanno in scena gli ultimi giorni di vita di uno dei personaggi più amati, odiati, discussi del ventesimo secolo. Quasi un dietro le quinte, firmato dal regista cinematografico Pappi Corsicato, al Teatro Sala Fontana fino a domani. Ad interpretare Eva Peron nella sua grottesca dimensione privata è Iaia Forte, l'attrice napoletana che passa con disinvoltura dalle pièce con Servillo, De Berardinis, Martone a film diretti anche da Marco Ferreri, Maurizio Nichetti, Marco Risi. «Mi ha incuriosito da subito -dice- la riscrittura di Copì che ha raccontato questa icona pop con un' ironia molto simile a quella dei film di Pappi Corsicato. Mi ha subito conquistato questo personaggio virile, struggente, drammatico. E poi, diciamo la verità, per una volta mi piaceva indossare abiti bellissimi e gioielli scintillanti, come mai mi era capitato nella mia carriera». A distanza di tanti anni Eva Peron è ancora un'icona pop... «È sempre misterioso capirne il perché. Nel caso della Peron può essere stato il connubio tra sete di potere e desiderio d'amore. Avendo fatto l'attrice era una donna che conosceva bene le strategie di comunicazione e ne ha approfittato per sedurre il suo popolo. Ma la pièce ruota anche attorno a lei ed è la messa in scena dell'ambizione politica, del potere e della corruzione». Un personaggio, il suo, ancora molto attuale. «Purtroppo sì. È anche questo che ci ha intrigato: raccontare attraverso un'eroina del passato il nostro oggi». Iaia Forte ancora una volta lavora con Pappi Corsicato, che l'ha diretta al cinema in molti film, da Libera a Il seme della discordia. «È un sodalizio che va avanti da tanto tempo, come a me accade con altri colleghi, da Servillo a Checchi: tra di noi c'è una certa affinità di sguardo che mi piace approfondire in tutte le declinazioni». Questo è anche un suo ritorno sulle scene milanesi. «L'ultima volta è stata l'anno scorso con Molly Bloom. Recito sempre volentieri a Milano: qui vi sono spettatori intelligenti e curiosi più che altrove». Tra i progetti, una sorpresa.

«Interpreterò, sempre con la regia di Corsicato, lo scrittore Truman Capote, ovvero, mi sdoppierò: nello spettacolo, tratto dal libro di Capote Musica per camaleonti, vi sarà anche la sua intervista a Marilyn Monroe. Ecco, io ad un certo punto mi troverò ad interpretare i due ruoli, quello dello scrittore e quello della grande diva»

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