Cronaca locale

Expo a Milano, i compagni tifano per la Moratti

L’ex ministro: «Se è nato il partito delle istituzioni? Sarebbe bello, c’è bisogno di recuperare fiducia. Vorrei una metropoli più bella da vivere per tutti»

Sabrina Cottone

Applausi sull’Expo 2015 a Milano, applausi sul ticket per le auto, applausi sulla severità contro le violenze sessuali. Letizia Moratti conquista i compagni della Festa dell’Unità anche su temi scivolosissimi. E al dibattito sul futuro di Milano porta a casa, oltre a uno sgargiantissimo mazzo di fiori, l’assicurazione che anche i Ds, il presidente della Provincia, Filippo Penati, e il ministro Barbara Pollastrini, sponsorizzeranno Milano come città ospite dell’Esposizione universale. Un’alleanza ancora più pesante se si pensa che in lizza ci sono città amministrate dalla sinistra come Napoli e Torino. La decisione finale tocca al governo e Romano Prodi ha già dato un prima via libera. A questo punto, il premier non ha più scuse per passare dalle parole ai fatti.
Al tavolo sotto il tendone, Penati ostenta una ormai consueta sintonia, segue la Moratti sulla via della sicurezza fino a dissociarsi dai suoi: «Sbaglia la sinistra che sottovaluta il problema». Cinguetta con Letizia: «Diamoci del tu anche in pubblico», «vorrei che ti sentissi come a casa tua». È «la nostra sindaca» per la diessina Barbara Pollastrini, ministro delle Pari opportunità ben lieta anche lei di sfoggiare il confidenziale «tu» con lady Moratti. Il segretario provinciale dei Ds, Franco Mirabelli, la ringrazia per la presenza, «segnale di discontinuità». Poi c’è il pubblico, che non le dà del tu ma batte le mani come se parlasse Fassino. «Mi sono sentita a casa mia» confessa lei alla fine. È nato il partito delle istituzioni? «Sarebbe bello, l’Italia ha bisogno di recuperare fiducia nelle istituzioni».
L’intesa Moratti-Penati corre su Expo 2015 (che incassa la benedizione del ministro Pollastrini) e infrastrutture, sulla sicurezza e persino sul ticket ambientale. Il sindaco assicura che la consultazione prima di introdurre la misura antinquinamento sarà generale, anche se la decisione finale spetta a lei: «Stiamo studiando tariffe per disincentivare l’ingresso a Milano della parte più inquinante delle auto. Lo faremo in accordo con la Provincia e dopo una consultazione non formale ma vera sul progetto che sarà pronto tra tre settimane. Naturalmente alla fine ci assumeremo le nostre responsabilità». Penati dice: «Condividiamo questo approccio, anche se la nostra non è una cambiale in bianco». E annuncia che convocherà l’assemblea dei sindaci, con l’accordo della Moratti, «quando ci sarà il semilavorato», ovvero il piano tecnico messo a punto da Palazzo Marino.
È la sicurezza l’altro punto su cui si trovano tutti d’accordo, platea compresa. «Accanto alle misure preventive, servono misure più severe per la repressione dei reati» dichiara la Moratti tra gli applausi. Penati si lancia sulla scia: «La sicurezza non è di destra né di sinistra. Sbaglia la sinistra che sottovaluta il tema. Tema che riguarda non solo il sindaco ma anche la sinistra». Un’autocritica al cuore delle contraddizioni dell’Unione.
La Moratti scalda i diessini proprio sui loro temi tabù, ribaltando il buonismo da salotto. La tesi è che certe misure impopolari, così impopolari a sinistra, aiutino soprattutto le fasce più deboli. Così è per la sicurezza: «Uscire di casa deve essere garantito a tutti, non solo a chi vive in centro con le strade illuminate». E per il ticket: «Voglio una città dove la gente non fugga ma arrivi nel fine settimana. Una città bella da vivere anche per chi non può permettersi i weekend fuori...».

Inutile dire che arriva l’applauso.

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