Fëdor Kolerov & C.

Questo sacerdote russo nacque nel 1882 nel villaggio di Semenovskoe, governatorato di Tver’. Dopo gli studi in seminario venne ordinato sacerdote nel 1905. Fece dapprima il parroco a Kljucevoe, poi, nel 1911, fu spostato a Stolbovo per un anno. Nel 1912 ricevette la nomina a parroco di una chiesa appena inaugurata a Kimry, una cittadina di provincia. Scoppiata nel 1914 la Grande Guerra, padre Kolerov organizzò l’invio di aiuti e pacchi ai soldati al fronte. Ma sopravvenne il colpo di stato bolscevico e nel 1919 i comunisti lo arrestarono una prima volta. Dice Il’ja Semenenko-Basin nel suo Eternamente fiorisce (La Casa di Matriona) che il sacerdote fu trattenuto in ostaggio (ma non dice per qual motivo) e presto rilasciato. Nel 1922 il Kolerov aderì al gruppo detto «Chiesa viva», di fatto scismatico, e fu addirittura delegato del suo distretto al congresso del movimento. Ma in pochi mesi se ne staccò e andò a fare pubblico atto di pentimento davanti al suo vescovo. Nel 1928 il governo comunista decise di chiudere la sua chiesa di Kimry e gliene fece comunicazione ufficiale. Nel maggio dell’anno seguente, il padre Kolerov celebrò la sua ultima messa perché il giorno dopo sarebbe arrivata la commissione che doveva eseguire l’inventario dei beni della chiesa.

Ma quando i commissari si presentarono, trovarono la porta sprangata e una folla di fedeli, parroco in testa, a sbarrare la strada. Ne nacque una zuffa furiosa che si concluse con l’arresto del prete e di due laici, Ananija Bojkov e Michail Boldakov. I tre, processati e condannati, vennero fucilati il 29 novembre.

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