Paolo Marchi
Nel sabato che in Svezia ha visto scivolare nelle retrovie i fondisti azzurri che ci emozionarono ai Giochi di Torino, un altro eroe delle olimpiadi italiane, Enrico Fabris, il pattinatore volante di Roana sullaltipiano di Asiago, ha centrato la vittoria in coppa del mondo. Fabris primo a Berlino sulla distanza a lui più congeniale e da lui più amata, i 1.500 metri, un chilometro e mezzo che a febbraio il veneto coprì più velocemente di qualsiasi altro, bissando così il titolo vinto nellinseguimento a squadre. Curioso notare come nel suo sito, www.enricofabris.com, dove è coccolissimo il filmato in super8 di una garetta che vinse nell89 a poco più di sette anni, il promo in apertura è quello dellarrivo nella gara olimpica dei 5mila, probabilmente perché vincendo quel bronzo si sbloccò, raccogliendo poi tutto il resto.
E ieri la vittoria a Berlino, in una delle due piste ghiacciate che ama di più perché nella capitale tedesca fu primo già nel 2005. Un bis insomma esattamente come a Torino: primo in coppa e poi primo ai Giochi. Restando al presente, ieri ha preceduto lolandese Erben Wennemars di un decimo e lo statunitense Shani Davis di 44 centesimi, Davis che in Piemonte fu argento e lo stesso felice perché aveva lasciato lodiato connazionale Chad Hedrick al terzo posto.
Chissà se adesso Fabris, che a luglio venne allontanato dal ritiro per avere partecipato a una gran fondo di ciclismo, un rischio per un motore perfetto come il suo, troverà la forza per cedere alla sua tentazione massima: invitare a cena Elisabetta Canalis. È «il sogno della vita», come ha scritto nel suo sito.
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