"Fabrizio m’ha truffato? Non importa. Ditemi solo chi è davvero mio marito"

L’interrogatorio della Moric: disperata chiede al pm di Potenza la verità. Gli affari: "La società era divisa a metà. Ma io non sapevo dei fondi, non mi sono mai occupata di niente"

"Fabrizio m’ha truffato? Non importa. Ditemi solo chi è davvero mio marito"

Potenza - Truffata e indagata. Ammonta a 700mila euro il presunto raggiro di Fabrizio Corona alla moglie, l'attrice Nina Moric, socia nella «Unione Fiduciaria», società per azioni che controlla l’agenzia fotografica «Corona’s». Un bidone consumato all'insaputa della consorte, studiato a tavolino - secondo il Pm - per distogliere parte dei beni in comune e riciclarli altrove. Ed è proprio riciclaggio il reato per cui è indagata Nina Moric. L'interrogatorio della bella croata, che l'avvocato Salvatore Strano paventava essere misteriosamente scomparso, è invece agli atti del processo. Porta la data del 2 febbraio 2007, ed è condotto personalmente dal pm Woodcock.
Pm: «Per intenderci, voglio dire, lei è cointeressata al 50%».
Moric: «Della società...».
Pm: «Parliamo della Corona’s srl, l'amministratore unico e socio della Corona’s è suo marito».
M: «Sì, Fabrizio».
Pm: Di questa Corona's srl le quote sono divise tra l'Unione Fiduciaria spa, e per 9.900 euro e Corona Fabrizio Maria per i restanti 1000 euro. Il che significa che l'Unione Fiduciaria spa ha le quote di assoluta maggioranza della Corona’s. Ok? Nell'Unione Fiduciaria spa siete i titolari lei e suo marito al 50%. Me lo conferma?».
M: «Sì. 49 e qualcosa io, e 50 e qualcosa lui (...)».
Pm: «Ora, lei sa che suo marito ha distolto 700mila euro?».
M: «No».
Pm: «Glielo spiego nel dettaglio. Ha preso 700mila euro e li ha fatti sparire, attraverso questi due signori, praticamente».
Poliziotto: «Cioè, c'è questo reato. Il 29-11-2006 dell’anno scorso Corona Fabrizio smobilizza delle quote di fondi comuni per un controvalore di 708mila euro».
M: «Dalla banca praticamente...».
Pol: «Ok. C'erano dei fondi investiti in quote di fondi comuni della società Corona's, non di Fabrizio Corona, della società Corona's e quindi al 49 per cento anche suoi».
Pm: «Lei sapeva di questi fondi?».
M: «No, io non mi sono mai occupata di niente».
Pol: «Nella stessa data, il 29 settembre, suo marito emette dodici assegni circolari, cioè prende i 708mila euro e fa 132 assegni e li intesta tutti a una società ligure, che si chiama Margherita srl che è di un certo Silvestri».
M: «Allora questi soldi sono...».
Pol: «Sono andati in Liguria, a Rapallo».
Pm: «Li ha fatti sparire, ha capito? Li ha tolti dalla Corona's, cioè li ha sottratti anche a lei, non so se mi spiego (...)».
A Nina Moric viene spiegato che i soldi passano per altri conti e società, come la Santa Maria Immobiliare. Ma lei non sembra per nulla interessata al denaro e supplica in lacrime il Pm di dirle la verità sul marito e sui suoi rapporti Lele Mora.
Pm: «Ecco, voglio dire, questa è una domanda improponibile all’autorità giudiziaria».
M: «Lo so, ma per me... Non è per lui, perché io sei anni che io... con lui, io non so chi è, per me... Più che altro (...) perché lei non sa che cosa significa vivere così, che mille persone ti dicono mille cose diverse e tu non sai a chi credere».
Pm: «Ho capito, però lei non può...».
M: «Ma io ho un bambino...».
Pm: «Ma guardi, io prima ancora di fare il magistrato e loro, prima ancora di fare i poliziotti, siamo essere umani. Quindi posso capire la situazione di ansia, di angoscia, preoccupazione (...) ma non è che lei può pretendere che l'autorità giudiziaria soddisfi, tra virgolette, queste sue curiosità».
M: «Allora non potrò saperlo mai(...)».
A fatica il magistrato riesce a dirottare l'argomento sulle estorsioni di Corona. Fa alcuni esempi di calciatori ricattati per delle foto compromettenti, la Moric cade dalle nuvole.
M: «Ma loro (i calciatori, ndr) le hanno confermate queste cose?».
Pm: «Le hanno confermate».
M: «E allora perché non lo arrestate?».
Pm: «Voglio dire... Questi non sono affari suoi, mi scusi la brutalità (...). Lo lasci valutare a noi (...). Lasciando stare i rapporti personali, lei non ha mai assistito a un discorso fatto da suo marito con Lele Mora, di affari?».
M: «Davanti a me non hanno mai parlato, mai! (...). Fabrizio a me non dice mai niente, lei non lo conosce allora».
Pm: «Su che cosa aveva dei dubbi?».
M: «Dubbi che lui magari facesse cose poco morali, poco legali. Fabrizio non mi ha mai detto che ha fatto un ricatto (...). Se Mora sfruttasse le ragazze? Nessuna certezza. Sa io dico sempre la mia, sparo sempre a zero, quelle ragazze che lavorano per l'agenzia sono poco morali, sono ragazze predisposte a fare di tutto per il successo. Io l’ho sempre detto (...). Ho visto l'ambiente, il comportamento, quelle poche volte che sono andata ho visto come si comportano certe persone. Si comportano come le persone poco di buono».
Pm: «Perché aveva questo dubbio? Voglio dire, lei è donna intelligente, insomma una ragazza in gamba».
M: «Se fossi veramente così intelligente e in gamba non sarei qua, in questa posizione».
Pm: «Ma perché? Signora Moric, guardi, io adesso non voglio fare il santone, l’asceta, lei deve stare tranquilla. È ovvio che noi comprendiamo che sta attraversando un momento difficile (...). Lei ha visto per esempio se Mora diceva «non dovete fare così, fate le persone serie?».
M: «Lele Mora, davanti a me, non dice niente perché sa come sono fatta. Faceva sempre il santo, parlava che andava dal Papa».
Pm: «Dal Papa?».
M: «Dal Papa, sì, per farsi la comunione. Sono tutti santi davanti a me, poi alle mie spalle fanno certe cose».
Il discorso torna al raggiro da 700mila euro.
Pm: «Dunque questi sono i soldi che suo marito le sta sottraendo».
M: «Sono d’accordo con lei (...). Ma io non voglio metterlo in prigione. Gli è morto il papà, sua madre oggi mi ha chiamato e mi ha detto: “per favore, fallo per me”. Anche se mi prende tutti i soldi non posso, non voglio essere io quella che lo mette in prigione. Vorrei essere diversa, fare le cose, ma non ci riesco perché io l'ho sposato quell’uomo.

Anche se è la persona più cattiva del mondo e mi ha fatto del male, se mi prende tutti i soldi, non posso mandarla in prigione (...). È anche il papà di mio figlio. Non posso farlo, non voglio essere io la ciliegina sulla torta...».
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it

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