Alla faccia della globalizzazione: scoperta una lingua sconosciuta

Si chiama «Koro», la parlano solo in 800, quasi tutti anziani, e non si può nemmeno scrivere. L'hanno scovata per caso in India un gruppo di ricercatori e si aggiunge alle quasi 7mila parlate in tutto il pianeta. Anche se metà sono a rischio di estinzione

Alla faccia della globalizzazione: scoperta una lingua sconosciuta

La parlano soltanto ottocento persone su quasi sette miliardi in tutto il pianeta e sta quasi scomparendo come certi slang giovanili quando cambiano le generazioni. L'hanno scoperta in una regione remota nel Nord est dell'India e non si faceva capire da nessuno. Il «Koro», perchè così si chiama la lingua ed è tutto quello che si riesce a comprendere dell'intero vocabolario, fino ad oggi era non solo incomprensibile ma anche del tutto sconosciuta. É tanto per complicare la cosa una lingua non scritta, parlata in maggioranza da anziani, quindi con le ore contate. Il «Koro» appartiene alla famiglia linguistica tibeto-birmana che già di suo è una famiglia complicata visto che raggruppa più o meno 400 tra lingue e dialetti compresi il tibetano e il birmano. Timido a quanto pare.
L'hanno scovato, come fosse un reperto archeologico introvabile, un manipolo di linguisti che hanno preso parte un po' all'Indiana Jones ad una spedizione del «National Geographic» partita con un progetto di identificazione e tutela del patrimonio linguistico mondiale, intitolato «The Enduring Voices». Il «Koro», hanno verificato, non assomiglia a nessuna delle circa 150 lingue tibeto birmane parlate in India. La squadra di ricercatori, guidata da Gregory Anderson, direttore di un istituto che sembra uscito dai film di Harry Potter, l'Istituto delle Lingue Viventi e delle Lingue in Pericolo, e da Gary Harrison, professore di Linguistica allo Swarthmore College della Pennsylvania, aveva scelto la regione isolata dello Stato di Arunachal Pradesh nel nord-est dell'India, proprio per la ricchezza e la diversità delle sue lingue poco studiate, quasi mai documentate e quasi sempre non scritte. E il Prof è stato accontentato.
La cosa più sorprendente però è che il «Koro» sia riuscito a sopravvivere nonostante coabiti da secoli, negli stessi villaggi dove è stato scoperto, con una lingua maggioritaria e completamente diversa sia per grammatica che per struttura sintattica, l'«Aka», che essendo la lingua parlata dai mercanti di schiavi della regione, fa pensare, dicono gli astuti ricercatori, che il «Koro» possa discendere proprio dall'idioma degli schiavi. Ci sarebbe da capire poi per gli ostinati perchè sia rimasto nascosto per tutto questo tempo. «Da un punto di vista puramente quantitativo, il Koro non è che una lingua in più che si aggiunge alla lista delle 6.909 repertoriate nel mondo», fa spallucce Gary Harrison, senza specificare però che almeno metà rischiano di sparire vittime dei cambiamenti culturali, delle lotte etniche, delle repressioni governative e di fattori sparsi di ordine politico o geografico non ultima l'ignoranza pura e semplice.

Però, aggiunge, «il contributo linguistico del Koro è in effetti grande perchè questa lingua offre una prospettiva completamente differente dal punto di vista della storia, della mitologia, della grammatica».
Cosa vuol dire? Mah. Avesse parlato in «Koro» si sarebbe capito di sicuro...

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