Un farmaco fa scattare l’allarme antiterrorismo

Roberto Filibeck

Quando quei sei passeggeri algerini con passaporti britannici sono passati attraverso i varchi di controllo per imbarcarsi dallo scalo di Ciampino su un volo Ryanair diretto a Londra, ed è scattato l’allarme dello «sniffer», lo speciale apparecchio in dotazione negli aeroporti in grado di rilevare la presenza di esplosivo, è successo un finimondo. Sirene spiegate, passeggeri impauriti che urlavano e si allontanavano di corsa, operatori aeroportuali che cercavano di calmarli, l’aereo «sospetto» pronto a decollare circondato da decine di auto delle forze dell’ordine e che sono saliti rapidamente a bordo per mettere al setaccio ogni centimetro di velivolo. Insomma scene che rimandavano la memoria in quelle gia viste nei film polizieschi americani con Bruce Willis.
Non sono state affatto facili le tre ore trascorse, dalle 17 alle 20, dagli agenti della Polaria di Ciampino coordinati dal primo dirigente, Remo De Felice. In alcuni momenti si è persino temuto che potesse succedere il peggio, soprattutto quando gli agenti hanno perquisito i sei mediorientali, sospettati, almeno in quei primi minuti di panico, di avere addosso dell’esplosivo. Lo stesso avveniva parallelamente a bordo dell’aereo su cui stavano per imbarcarsi. Poi, con il passare dei minuti la vicenda si è ridimensionata. I sei algerini, tutti muniti di passaporto inglese non avevano nessuna cintura addosso, né alcun arma esplosiva, ma solo alcuni flaconi di medicinali per l’asma; anche i controlli a bordo del Boeing 737 le unità antiterrorismo non hanno trovato nulla di sospetto. Ma allora, viene spontaneo chiedersi, cosa ha fatto attivare lo «sniffer»? Gli investigatori una prima ipotesi l’hanno azzardata: ovvero che forse a far scattare l’allarme per la presenza di esplosivo possa essere stata proprio la sostanza medicinale che uno di loro portava con sé nel proprio bagaglio a mano. L’apparato in grado di rilevare la presenza di esplosivi, infatti, come ha spiegato un investigatore della Polaria, normalmente fa attivare l’allarme quando «fiuta» la presenza di determinati composti molecolari. È probabile quindi che a farlo scattare siano state proprio le sostanze contenute nei flaconi sui quali saranno compiute determinate analisi per stabilire la loro effettiva composizione.
In un altro caso anche all’aeroporto di Fiumicino scattò un analogo allarme su un passeggero, ma ai controlli, gli investigatori appurarono che a farlo attivare era stato il materiale con cui era confezionata la scarpa. A parte le congetture gli inquirenti stanno ora verificando altri aspetti legati alla presenza dei sei algerini in Italia. Per ora di certo si è saputo solo che apparterrebbero ad un gruppo religioso di predicatori giunti nel nostro Paese per visitare alcune moschee.


Le indagini mirano anche a ripercorrere tutte le tappe effettuate dal gruppo dal loro ingresso in Italia. Anche perché se a far scattare lo «sniffer» non è stata la sostanza contenuta nei flaconi di medicinale, allora potrebbe essere stato qualche altro composto manipolato dai mediorientali.

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