Il fascino del nero secondo Versace

Sofisticata e senza orpelli, con giacche pennellate sul fisico. Giardini indossati per Blumarine

Sottrarre per aggiungere, ridurre l'apparenza per fortificare il contenuto: Donatella Versace ha tratteggiato per l'estate 2015 il carattere e il fascino di una donna sofisticata e priva di orpelli. «Ho prediletto materiali preziosi, iper-leggerezza e una nuova silhouette allungata per ottenere freschezza e audacia» diceva ieri la designer prima di far sfilare una collezione perfetta. La giacca sartoriale pennellata sul fisico, si allungava fin dove iniziava la sottile gonna a vita bassa. L'insieme era potente perché a interrompere la definizione del nero arrivavano macro cuciture bianche. Talvolta l'effetto modernista si rivelava nelle greche e nelle bande di colore che spezzavano la filiforme armonia di abiti, gonne e top. Intensa la nuova stampa astratta con righe, cerchi e catene impressa sulla duchesse e altamente tecnologica la lavorazione laser-cut sulla pelle degli abiti e degli accessori total white. Il finale portava il clamore di modelli in metal-mesh di Swarovski tra i quali un tubino arancio, rosa e rosso a blocchi tenuti insieme dal tulle «illusione». Speciale la nuova borsina Signature Lock con tanto di cartucciera per make-up e profumo. Preziosismi e unicità hanno fatto da filo conduttore anche da Blumarine, linea disegnata da Anna Molinari che ha esaltato, con il suo spirito romantico, uno spiccato gusto decorativo mettendo in luce l'unicità dell'artigianato italiano. Sensazionali i petali di fiori dipinti a mano e applicati uno per uno, a centinaia, sui lunghi abiti da sera con effetto tridimensionale. Lo stesso che trasformava i brevi abiti in tanti giardini da indossare. «Li ho disegnati perché le donne possano percepire vibrazioni positive sulla propria pelle» dichiarava la stilista. «Non riesco mai a concepire un abito se non c'è dentro l'anima di una donna» ci aveva detto in un'intervista Giambattista Valli, designer di forte personalità che sfila con pret-à-porter e haute couture a Parigi e che è autore della linea Gamme Rouge di Moncler, presentata sempre a Parigi. Ieri, al suo debutto milanese, l'anima delle sue it girl risplendeva negli abiti della linea Giamba, dal suo affettuoso soprannome, prodotta dalla Bvm di Mario Bandiera. Un vero e ben riuscito esercizio di bravura teso a coniugare la preziosità di materiali come il broccato lamè a rilievo e stampa margherita con le organze e gli chiffon di seta ricamati tono su tono con ago e filo e il macramè a margherita. Il tutto con un senso di freschezza e di lavoro sartoriale talvolta difficile da mettere insieme. Ottima anche la prova di Grazia Malagoli, direttore creativo di Sportmax che è riuscita, semplificando la silhouette, a rendere forte il carattere di una donna ricercata ed elegante anche nel gesto dell'annodare. I nodi, del resto, ammorbidivano la cadenza di tessuti corposi che apparivano lavorati a mano come la iuta, il canvas, una nuova rafia di jersey e i filati cerati. Molto belli gli spolverini e gli abiti a grandi quadri Vichy e gli effetti sfrangiati degli orli. Visionario e moderno è apparso anche il lavoro di Alexis Martial per Iceberg fra citazioni di vacanze a Palm Springs, blocchi di colore intenso e patchwork d'ispirazione Memphis. Pantaloni a vita alta e risvolti con scritte, come carte di ghiaccioli scandivano la sequenza di mini abiti ricoperti di stampe grafiche mentre una pioggia di sticker cadeva sullo chiffon ultra leggero.

«Ho voluto uno show visionario perché la moda deve parlare il linguaggio iper reale della virtualità» spiegava Philipp Plein prima che magnifiche creature incantassero i presenti su una passerella di 65 metri illuminata da un sistema di 75 luci con proiezioni in 3D. Uno spettacolo fantasmagorico fra abissi, barriere coralline e preziosissimi abiti di sapore anni Cinquanta decorati da pavé di borchie e intrecci fatti a mano.

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