Fece un gesto con le mani lasciando intendere che avrebbe pagato... io pensai che si andava incontro a una campagna elettorale e che non era giusto che l’istruttoria fosse bloccata

MilanoArresto convalidato, e mandato di cattura per concussione con l’aggravante dell’abuso di potere: così ieri mattina il giudice preliminare Simone Luerti ha chiuso formalmente il primo capitolo della vicenda giudiziaria del consigliere comunale Milko Pennisi, catturato in flagranza mentre incassava una tangente da cinquemila euro. Dal provvedimento si scopre che Pennisi ha cercato anche dopo l’arresto di evitare il ritrovamento delle banconote, che in effetti sono sfuggite ai controlli degli investigatori. Solo all’indomani un commesso della libreria Hoepli ha individuato il rotolo di biglietti da 500 euro e - con onestà ammirabile - li ha consegnati alla polizia.
Ora per Pennisi, richiuso nel carcere di San Vittore, si annuncia una detenzione non breve, mentre gli inquirenti vagliano i suoi conti e i suoi computer alla ricerca di altre tangenti (che lui nega con forza di avere mai incassato). Ma la gravità della sua situazione processuale è raccontata - ancora meglio che dai provvedimenti giudiziari - dall’isolamento totale in cui l’arrestato si è trovato all’interno del mondo politico, sia a destra che a sinistra. Nessuna presa di posizione a suo favore, neanche sul piano umano, e invece la discesa in campo con toni decisamente duri del sindaco Letizia Moratti, che ieri è intervenuta in consiglio comunale. «L’episodio che ha coinvolto il consigliere Milko Pennisi - ha detto la Moratti - è un fatto estremamente grave. Grave perché tradisce il mandato che i cittadini hanno assegnato a questa assemblea. Il mandato di un eletto è quello di rappresentare i cittadini e di lavorare nell’esclusivo interesse della collettività promuovendo il bene di Milano e dei milanesi. Il venir meno di questi principi fondamentali mina dalle fondamenta il rapporto di fiducia tra le istituzioni e i cittadini. Una fiducia che non è scontata, che va costruita e alimentata ogni giorno attraverso un lavoro assiduo, ispirato a comportamenti rigorosi, trasparenti e onesti».
Alla seduta di Palazzo Marino dedicata all’affare Pennisi - disturbata dall’irruzione sui banchi del pubblico dell’ex consigliere comunale missino Tomaso Staiti di Cuddia che ha inveito contro tutto e tutti - ha assistito anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa, che evidentemente ha voluto mandare un segnale di fronte alla riapparizione della «questione morale» nel municipio milanese. Nel corso del suo intervento, il sindaco Moratti ha citato anche le parole dell’arcivescovo del capoluogo lombardo: «Milano è una città che mette a punto strumenti e strategie per contrastare le illegalità a partire dalle istituzioni.

In questo senso voglio richiamare le parole del cardinale Tettamanzi che incontrando gli amministratori locali ha sottolineato la necessità di avere non tanto facce nuove ma facce serie». Di questa serietà, ha concluso la prima cittadina, si deve tenere conto al momento della formazione delle liste elettorali».

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