Giacomo Legame
da Roma
Quando Letizia Moratti, abito rosso e orecchini in tinta, ha snocciolato uno per uno gli strali più aspri che il suo avversario le ha riservato in campagna elettorale («è attaccata alla poltrona da ministro», «ha distrutto la scuola» e via di questo passo), chi si aspettava che Bruno Ferrante avrebbe sdrammatizzato non fossaltro che per cavalleria è rimasto deluso. «Non smentisco nulla, non è forse vero che non si è dimessa da ministro?», ha insistito lex funzionario del Viminale, già collaboratore di Giorgio Napolitano. Lady Moratti non sè scomposta, e ha ricordato a Ferrante che il giuramento di governo prestato nel 2001 prevedeva che il compito sarebbe stato portato a termine. «E poi ha aggiunto vi garantisco che è stata una gran fatica fare il ministro e il candidato sindaco». E giù un sorriso smagliante, uno dei tanti sfoderati nel corso del faccia a faccia negli studi di Matrix che abbiamo seguito tra il pubblico a Roma.
A unirli cè solo la fede interista, e laver messo in passato la croce elettorale sulledera repubblicana. Ma se da un lato Letizia Moratti ha giocato al meglio la sua partita, va detto che il suo avversario le ha fornito più di qualche assist. «Non voglio i voti dei violenti e dei facinorosi», ha affermato Ferrante, forsanche sospettano i maligni - per tranquillizzare gli elettori moderati dopo che il servizio di presentazione aveva ricordato le manifestazioni con leskimo in gioventù e lorgoglio di non aver mai imbracciato unarma né indossato una divisa. «Mi sorprende ha ribattuto la candidata della Cdl -. Lunica volta in vita mia in cui ho avuto paura è stata quando, alla vigilia del primo maggio, ho trovato le dichiarazioni di Ferrante che diceva che i padroni non sfilano con i lavoratori. Ci vuole poco ad accendere le folle, e un ex prefetto dovrebbe saperlo». E ancora. Quando Enrico Mentana ha chiesto ai due contendenti quali politici stimassero in campo avverso, nessuno dei due sè tirato indietro: Bersani e Letta junior fra i favoriti della Moratti, Fini e Tabacci fra i prediletti dellex prefetto. Ma quando il conduttore ha domandato chi fosse per entrambi lavversario meno stimato, Ferrante senza troppa fantasia se lè presa con Silvio Berlusconi, consentendo allex ministro dellIstruzione di segnare un altro punto rifiutandosi di esprimere giudizi negativi verso esponenti politici, sia pur di opposte vedute: «Credo che a chi aspira a fare il sindaco di una città come Milano non sia consentito», ha affermato la Moratti.
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