TorinoContradditoria Juve. Non fa in tempo a esaltarsi per essersi (ri)scoperta competitiva ai massimi livelli grazie alla scorpacciata di gol contro la Sampdoria che già deve fare la conta per mandare in campo undici giocatori sani. Soprattutto, considerato che oggi pomeriggio arriverà a Torino il Napoli e che martedì ci sarà la (delicata) trasferta di Champions a Tel Aviv, bisognerà andare a caccia del massimo obiettivo, risparmiando anche qualcosa. Il problema è che passano le settimane e le cartucce diminuiscono: «È un momento così, passerà», ha detto ieri Ferrara. Per forza di cose, viene da dire.
Fatto sta che anche ieri è arrivata la brutta notizia più o meno quotidiana: Sissoko ha infatti accusato una distrazione muscolare alla coscia sinistra e dovrà rimanere fermo per una ventina di giorni abbondanti. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, non pare in dubbio la sua presenza contro lInter, il 5 dicembre prossimo: siccome però conta soprattutto loggi, ci si dovrà affidare a Poulsen fino alla pausa della prossima settimana e nessuno fa i salti di gioia. Vero che proprio ieri è tornato nella lista dei convocati Tiago: si sta però parlando sempre di seconde scelte, in attesa che torni Marchisio. Dopo di che, linfortunio di Sissoko è il numero 26 da inizio stagione e non paiono davvero pochi, anche se il neo presidente Blanc sostiene che la media dei ko registrati dallUefa è superiore a quella bianconera.
Ferrara affronta per la prima volta da allenatore - ammettendo anche di essere attratto dall'idea di sedersi un giorno sulla panchina partenopea - il Napoli che fu suo, dopo avervi vinto da giocatore due scudetti, altrettante coppe Italia, una coppa Uefa e una Supercoppa italiana. «Avevamo bisogno di una super gara come quella contro la Samp per convincerci di poter fare bene - commenta il tecnico bianconero -. Adesso dobbiamo saper gestire il momento e trovare continuità: con il Napoli dobbiamo dare delle risposte e capire se la vittoria con la Samp è stata frutto di una giornata speciale o se possiamo darle un seguito». Abbi dubbi, insomma, come canta Bennato. E poca voglia di dare al modulo (4-2-3-1, ndr) parte del merito della scintilla ammirata mercoledì, «perché quello passa in secondo piano rispetto alla grinta che i ragazzi hanno messo in campo. Quel tipo di atteggiamento e di preparazione alla gara credo abbia fatto la differenza: è di questo che dobbiamo andare sempre alla ricerca». Vero però anche che, rispetto al rombo, i piedi buoni contemporaneamente in campo aumentano grazie alla presenza di Camoranesi, Diego e Giovinco: «Loro hanno piedi e giocate geniali e, quando riescono a lavorare con la squadra, i risultati si vedono. Siamo di fronte alle nostre responsabilità: adesso sappiamo di poterci esprimere su altissimi livelli». Quelli che servono per contrastare lInter, pur non volendo sentirsi lunica rivale dei nerazzurri «visto che il Milan ha dimostrato di valere anche lui i piani alti».
Discorsi che verranno, comunque. Prima, il Napoli: sette punti nelle tre gare con Mazzarri in panchina, l'impresa di mercoledì proprio contro il Milan e il trio Hamsik-Lavezzi-Quagliarella a non lasciare tranquillo nessuno.
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