La Ferrari vuol «aprire» un computer McLaren

È quello che usa il capo progettista Mike Coughlan Maranello chiede anche il rapporto del tribunale inglese

La Ferrari vuol «aprire» un computer McLaren

da Londra

C'era anche Mike Coughlan - il capo progettista McLaren accusato di aver sottratto materiale riservato alla Ferrari - ieri mattina nell'aula 59, al sesto piano dell'Alta Corte di Londra. Abito scuro, cravatta viola, un borsone nero in mano. Nervoso, tirato, visibilmente indispettito dalla presenza dei cronisti, è entrato in aula all'ultimissimo minuto per poi scappare via, senza dire una sola parola, appena terminato il breve dibattimento. È bastato poco più di mezz'ora a Justice Briggs per accogliere la richiesta della difesa e rimandare ad oggi l'udienza. Ieri l'ingegnere inglese avrebbe dovuto presentare una memoria difensiva per spiegare chi, e in che modo, gli ha consegnato i due Cd da cui sono state stampate quelle 780 pagine di informazioni tecniche sulla Ferrari.
Un memorandum difensivo fortemente atteso dopo la perquisizione effettuata settimana scorsa nella sua casa nel Surrey. Ma ora Coughlan, coinvolto assieme alla moglie Trudy, ha paura, e gioca in difesa. Il suo timore è che presto possa iniziare in Italia un procedimento penale a suo carico.
Un'eventualità che potrebbe trasformare il suo «affidavit» da strumento in sua difesa a pericolosa arma nelle mani dell'accusa, indebolendo enormemente la sua posizione. I suoi avvocati, Martin Palmer e Lewis Calkin, hanno spiegato di essere in contatto con uno studio legale italiano per verificare se, e in quale modo, una deposizione scritta potrebbe risultare compromettente per il loro assistito in un'aula di tribunale italiana.
Da qui la richiesta di un supplemento di tempo per concludere tutte le necessarie verifiche. Il memorandum sarà utile anche alla Ferrari per fare chiarezza su una serie di discrepanze tra la versione fin qui fornita da Coughlan, e ciò che è emerso attraverso le loro verifiche interne. Nella fattispecie gli uomini del Cavallino non si spiegano come sia stato possibile che la fuga di documenti abbia avuto un seguito anche nei giorni successivi (prima settimana di maggio) alla data indicata nel comunicato stampa McLaren che ufficializzava la sospensione di Cloughan.
Nel frattempo anche la Ferrari, che ha censurato il comportamento del tecnico inglese come «inqualificabile», ha presentato due richieste. Da una parte la scuderia di Maranello vuole disporre del rapporto del tribunale inglese redatto in seguito alla perquisizione per poi metterlo a disposizione alla giustizia italiana e, in seguito, alla Fia. Dall'altra ha chiesto di poter ispezionare un terzo computer, non di proprietà ma in uso a Clougham. Non c'è stato neppure bisogno di uno sforzo della fantasia per immaginare l'indirizzo di questo nuovo computer: Woking, quartier generale della McLaren.
Ancora da comprendere, infine, il grado di coinvolgimento di un altro uomo della McLaren, Jonathan Neal, managing director, al quale Coughlan aveva confidato il possesso dei documenti. Per il momento sembra estraneo alla vicenda, ma non è escluso che nei prossimi giorni la sua posizione possa cambiare.

«La Ferrari ha chiesto a Coughlan i tempi e i contenuti del suo primo incontro con Neal - ha spiegato Luca Colajanni, portavoce della Ferrari -. Abbiamo posto le stesse domande anche alla McLaren. Ma non siamo pienamente soddisfatti delle risposte ricevute, neppure di quelle sui modi in cui è venuto in possesso di questi documenti».

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