da Milano
Passaggio «istituzionale» ieri a Palazzo Chigi per i vertici delle Ferrovie. Sul tavolo lattuale situazione del gruppo e il piano industriale che a fine 2007 dovrebbe permettere di ridurre le perdite a quota 697 milioni, quasi un terzo rispetto al rosso di 1.977 milioni accusato nel 2006 (meno 65%). Il margine operativo lordo (meno 727 milioni a dicembre) dovrebbe tornare positivo mentre i ricavi operativi dovrebbero salire di 651 milioni, a 7,3 miliardi di euro. Il risultato operativo ordinario ridurrà il rosso della metà, passando da 1.297 milioni di perdite a 660 milioni mentre il costo del lavoro, risulterà pressochè immutato rispetto ai 4.715 milioni del 2006 (44 milioni la differenza).
Oltre al presidente delle Fs, Innocenzo Cipolletta e allamministratore delegato Mauro Moretti allincontro erano presenti il premier Romano Prodi, il ministro dellEconomia Tommaso Padoa-Schioppa, il titolare delle Attività produttive Pierluigi Bersani, quello delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. «Dobbiamo trovare 5 miliardi per finanziare le opere ferroviarie previste, e che bisogna fare, ma per le quali non abbiamo trovato i soldi. Va attivata una linea di finanziamento straordinaria, e per questanno servono circa 500 milioni», ha precisato Di Pietro riferendosi alla necessità di avviare la copertura finanziaria di alcune infrastrutture ferroviarie messe in cantiere dal precedente governo. Della questione si continuerà a discutere nella prossima settimana, a livello tecnico, in vista di unaltra riunione fissata per venerdì 16 febbraio, quando «si dovrebbe chiudere».
La presentazione del piano di impresa ha tuttavia riacceso i timori dei sindacati che, hanno chiesto un vertice con lazienda, ravvisando «una preoccupante incertezza sui livelli di produzione ai quali si attesterà Trenitalia». La conseguenza, sottolineano i sindacati, «può essere un consistente taglio dei livelli di produzione, che gli organi di stampa si sono affrettati a tradurre in esuberi di personale».
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