Il "Fervore" di vivere in una famiglia disfunzionale

Il "Fervore" di vivere in una famiglia disfunzionale
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Che figli sogna di avere ogni madre? E quei figli devono ripercorrere le orme dei genitori e della famiglia oppure è bene che si scelgano la propria strada nel mondo? In realtà, al centro dell'interessante Fervore (Neri Pozza, pagg. 335, euro 19, traduzione di Silvia Albesano) di Toby Lloyd di domande ce ne sono parecchie altre. Protagonista del suo romanzo di esordio (ma ha scritto e pubblicato racconti e saggi) è la famiglia Rosenthal. Già, una famiglia di ebrei osservanti, calata non nella realtà del classico quartiere a maggioranza ebrea di New York, bensì a Londra. Il capofamiglia, il nonno Yosef, è un sopravvissuto alla Shoah ed è il vero punto di riferimento di tutti. Peccato che il vecchio muoia quasi subito, togliendo ai suoi discendenti la fatidica terra sotto i piedi. Una famiglia non esattamente convenzionale, dunque. Eric e Hannah, rispettivamente avvocato e giornalista-scrittrice, hanno tre figli altrettanto bizzarri: Gideon, Elsie e Tovyah, quest'ultimo «viziato... religioso, timido... che nella vita non aveva fatto altro che sgobbare, senza procurare grossi danni a nessuno. Il figlio che ogni madre ebrea sogna di avere», appunto. Suo fratello maggiore, Gideon, è gay ed Elsie, figlia modella fino alla morte del nonno, si trasforma in una piantagrane asociale. Le cose si complicano quando Hannah decide di raccontare in un libro la vicenda del suocero.

La momentanea, misteriosa sparizione di Elsie trasmette un alone di suspense a una storia psicologica che fa sorridere e riflettere. Sarebbe fin troppo facile accostare Fervore al filone delle saghe di famiglie più o meno disfunzionali, come Le correzioni di Jonathan Franzen o I Buddenbrook di Thomas Mann, ma si tratta comunque di una compagnia nobile.

La scelta di far narrare buona parte del libro a Kate, un'amica di Tovyah dell'università, pare orientata a rappresentare i Rosenthal e il loro microcosmo con maggiore distacco per rendere ancor più drammatico il quadro offerto al lettore nel momento in cui Kate, solo per metà ebrea, fa visita alla casa dei Rosenthal e tocca con mano certe discrasie alimentate dal fervore religioso di quella strana coppia.

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