Cronache

Festa in musica per l’Africa

Festa in musica per l’Africa

Una serata dedicata alla musica e all'incontro tra popoli diversi per raccogliere fondi da destinare a progetti sanitari nei Paesi dell'Africa subsahariana: questa l'iniziativa ideata a Genova dall'Unione Immigrati Senegalesi che, insieme all'associazione Medici in Africa, organizzerà «Genova-Dakar», una vera e propria festa pensata per far conoscere ai cittadini la collaborazione che da anni ormai coinvolge i rappresentanti del Senegal residenti nel capoluogo ligure e i sempre più numerosi medici genovesi che progettano iniziative umanitarie nei Paesi africani. L'appuntamento è per domani al Porto Antico dove, dalle 22 in avanti, un gruppo di musicisti italiani e senegalesi animerà la serata al ritmo di percussioni e sonorità etniche: l'ingresso costa 5 euro, un prezzo definito «popolare» dagli organizzatori che devolveranno l'intero incasso al finanziamento di progetti sanitari. «L'iniziativa - afferma l'assessore alle Politiche socio-sanitarie Roberta Papi - è patrocinata dal Comune di Genova, molto legato a temi di cooperazione internazionale». Non solo musica però: durante la serata verranno allestiti anche stand gastronomici dove sarà possibile gustare i sapori della cucina africana. «La maggior parte degli africani a Genova - dichiara Mamadou Bousso, presidente dell'Associazione culturale Senegal - è senegalese. Quelli inseriti regolarmente sul territorio sono circa ottocento, ai quali si aggiungono le presenze di clandestini non censibili». La serata sarà anche occasione per far conoscere il lavoro dei volontari di Medici in Africa. «La nostra associazione - sottolinea il presidente, professor Edoardo Berti Riboli - è nata nel 2007 da un accordo tra Università e Ordine dei medici regionale diventando punto di riferimento per i sanitari italiani che vogliono lavorare in Africa e gli ospedali africani, spesso in cerca di personale».

Il gruppo per il momento conta circa 350 soci volontari: «Risultato ottimale - conclude Berti Riboli - sarebbe raggiungere mille medici disponibili».

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