Un festival internazionale per 50 poeti

La poesia è una lingua universale ed è il contrario naturale dell’opportunismo: con queste poche, ma significative parole, è stato delineato il senso del «Milano festival internazionale di poesia» al quale prenderanno parte oltre cinquanta letterati e cultori del genere provenienti da una decina di Paesi. L’iniziativa si terrà alla Palazzina Liberty di Milano, diventata da un anno la «Casa della poesia» da oggi a domenica. La presentazione, ieri, è stata all’insegna della spensieratezza e dell’anticonformismo: i curatori della manifestazione, Giancarlo Majorino e Tomaso Kemeny, hanno illustrato le varie proposte da un omaggio a Carlo Emilio Gadda, ai confronti, ai dibattiti anche filosofici fino alle tavole rotonde. Fra le caratteristiche della rassegna, promossa dall’assessore milanese alla Cultura Stefano Zecchi, la valorizzazione delle minoranze linguistiche.

E infatti saranno presenti, per esempio, Kuveh Rayen, una poetessa cilena di lingua mapuche, e Yang Lian i cui versi hanno ottenuto riconoscimenti internazionali. E poi Alda Merini, Fraco Loi, Giovanni Gardella, il romeno Geza Szocs e l'ungherese Szkarosi Endre.

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