Borgo san Lorenzo (Fi)Ci sono frasi che non ti aspetti, in certi contesti. Non nella «rossa» Toscana, né tantomeno nel cuore dellultrarosso Mugello. Per giunta non in una Casa del popolo, da sempre feudo della sinistra dura e pura. Eppure a spiegarci che «i comunisti non ci sono più, da queste parti e non cè nessuno che faccia presa sulla gente» sono proprio gli avventori della Casa del Popolo di Borgo San Lorenzo, nel cuore del Mugello. Allargano le braccia e sospirano, rivolgendo magari uno sguardo al poster del Che Guevara o al ritratto di Berlinguer. Tra la crisi didentità di un Pd nazionale senzanima e i contraccolpi dello scandalo fiorentino di Castello culminati nella performance romana del sindaco Leonardo Domenici incatenato, tra le colline del Mugello si respira aria di desolazione. Non si parla di «questione morale» per strada o nella Casa del popolo, ma soltanto per una questione semantica: qui si discute della capacità di muovere le masse, del (buon)governo in nome e per conto del popolo, dellessersi ritrovati improvvisamente dallaltra parte. «Una volta potevamo dire che certi difetti e peccatucci appartenevano solo allaltro schieramento» commenta Filippo, 52 anni, a passeggio in piazza Dante. «Ma adesso stanno spuntando fuori strane storie: come possiamo continuare a rivendicare di avere le mani pulite?». Un termine, questultimo che dalle parti del Mugello non si sentiva da tempo. Da quando, cioè, uno dei collegi più «rossi» dItalia venne affidato a un giudice, Antonio Di Pietro, che proprio su Tangentopoli ha costruito la sua fortuna politica.
Il tema di cui alla Casa del popolo si discute con cadenza quotidiana - tra un bicchiere di vino rosso, uno sguardo allUnità e una partita a briscola - è allora la mancanza di una guida, di qualcuno che sappia prendere in mano le redini della sinistra e guidarla verso il sol dellavvenire. «Qualcuno che oggi non cè» taglia corto Gino, titolare del circolo LUnione.
Cè invece delusione, tanta. Perché in Mugello tra gli elettori abituati a votare in massa a sinistra si incrociano e convergono più fattori: lo sconforto per una leadership del Pd che non riesce a darsi una piattaforma valida, il rancore per laver dato il voto a un candidato mai più visto da queste parti (quel Di Pietro che oggi non lesina strali contro gli alleati) e soprattutto le aspettative non concretizzatesi con il Pd. «Credo che il problema sia a livello nazionale - continua Gino, mentre compila i moduli discrizione allArci per il tesseramento 2009 -. Lattuale dirigenza non riesce a far breccia nelle istanze della gente comune. Del caso fiorentino si è parlato, certo, e credo che il sindaco Domenici sia una brava persona. Ma ciò che fa più male è che a livello centrale sentiamo crescere la distanza tra la base e i vertici del partito. I comunisti veri non ci sono più e nessuno oggi riesce a raccoglierne leredità. Come si fa, di questo passo, a offrire unalternativa a Berlusconi?».
Dentro la Casa del popolo gli avventori si dividono tra la lettura dei giornali, una partita a carte e il calcio, mentre fuori cè il paese di Borgo San Lorenzo che approfitta del pomeriggio della domenica per un po di shopping prenatalizio. «Abito qui - spiega Lorenza, 44 anni, impiegata - ma lavoro a Firenze. Non voto nel capoluogo, dunque, ma ci passo gran parte della giornata. Ascolto spesso cosa pensa la gente dellamministrazione locale e ricordo lo slogan con cui Domenici si presentò agli elettori: Un sindaco da guardare negli occhi. Per quanto ne so, davvero in pochi sono riusciti a guardarlo. A Firenze non cè mai».
«Dalle intercettazioni viene fuori un quadro di intrecci tra politica e affari - aggiunge Sandro, 25 anni - che mi ha fatto capire come politicamente abbiamo puntato lindice contro gli avversari, ma avevamo la classica serpe in seno. Ora serve un ricambio di uomini e idee, il Pd e la sinistra devono riconquistarsi una serietà e unautorevolezza che adesso manca.
La questione morale, dunque, incrina anche il feudo rosso del Mugello. Il nemico resta sempre il Cavaliere, ma acredine e rancore adesso hanno un altro destinatario.
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