Fiat, si interrompe la corsa delle azioni

La prossima sfida di Marchionne si chiama Bravo, il suo primo vero modello

Pierluigi Bonora

da Milano

Dopo una settimana di rally che aveva portato il titolo Fiat a sfondare quota 14 euro (più 8,2% tra lunedì e giovedì) sulla scia di voci di possibili cessioni, ma anche dopo un report di Intermonte che stimava in 70 milioni l’utile operativo dell’Auto nel terzo trimestre, ieri le azioni torinesi sono state oggetto delle attese prese di beneficio.
Il titolo, dopo un avvio positivo, ha perso via via terreno rientrando nell’alveo dei 13 euro (13,85) con una perdita dell’1,52 per cento. Il volume degli scambi si è comunque mantenuto elevato: sono passati di mano 65,5 milioni di pezzi, pari al 6% del capitale, cifra che porta a quasi il 17% il totale dei titoli scambiati in tre sedute. Sempre di ieri, poi, in attesa dell’incontro dell’8 e 9 novembre a Balocco tra Sergio Marchionne e i capi divisione del Lingotto con la comunità finanziaria, il consensus di 20 analisti raccolto dalla Fiat ha riconfermato le aspettative di un terzo trimestre favorevole. Il risultato della gestione ordinaria del gruppo, secondo il consensus, si attesterebbe nel luglio-settembre a 410 milioni, quasi il doppio rispetto a 232 milioni dello stesso periodo di un anno prima. L’utile netto dovrebbe segnare 170 milioni (da 818 milioni, ma la cifra comprende una plusvalenza straordinaria legata all’operazione Italenergia bis), l’utile ante imposte 295 milioni e il debito industriale netto 2,5 miliardi. In miglioramento vengono visti tutti i principali settori, con l’Auto che dovrebbe segnare un risultato della gestione ordinaria a 50 milioni (da un rosso di 85), Cnh 150 (da 133 milioni) e Iveco 130 milioni (il confronto con l’anno prima non è indicativo a causa di variazioni di perimetro). Fiat Group renderà noti i dati del terzo trimestre il 26 ottobre.
Marchionne, intanto, è atteso dal primo vero esame da amministratore delegato di Fiat Auto. Risanati i conti - e quindi garantito un futuro all’azienda -, rilanciato il titolo a Piazza Affari, rafforzato il perimetro del gruppo torinese con la recente operazione Ferrari, tra pochi mesi l’amministratore delegato del Lingotto dovrà affrontare il test Bravo. La nuova berlina della Fiat, infatti, sarà il primo vero modello del gruppo firmato in tutto e per tutto da Marchionne. Le vetture che hanno contrassegnato la rinascita della Fiat (Panda e Grande Punto su tutte), infatti, fanno parte di progetti avviati dalle precedenti gestioni e successivamente affinati da Marchionne e dal suo staff che ne hanno determinato il posizionamento.
È un aspetto, questo, non di poco conto visti i precedenti di Stilo (il flop deriva proprio dagli errori commessi in questo senso) e, prima della ripresa, dell’Alfa 159. In proposito l’ex capo del Biscione, Karl-Heinz Kalbfell, aveva ecceduto in presunzione volendo accostare la nuova Alfa Romeo alle rivali dirette di Bmw e, allo stesso tempo, non aveva approfittato delle difficoltà iniziali della Volkswagen Golf 5 per riposizionare in modo più aggressivo la 147 che cominciava ad accusare il peso degli anni.


L’era dei modelli di Fiat Auto by Marchionne si aprirà dunque alla fine di gennaio con la nuova Bravo e non è un caso che, per la presentazione, a Torino sia stato deciso di lanciare il nuovo marchio Fiat i cui tratti ricorderebbero i vecchi modelli che hanno reso celebre la casa italiana nel mondo. C’è molta curiosità sull’impatto che la «prima» di Marchionne avrà sulla concorrenza e, soprattutto, sul mercato.

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