Roma - La (ri)costruzione di un successo. Proprio come due anni fa quando in questi stessi giorni Ficarra&Picone sbancarono il botteghino (8 milioni di euro) con la loro seconda commedia Il 7 e l’8 (la prima era Nati stanchi) esce il 13 marzo in ben 500 copie, La matassa girato per lo più a Catania. Ad accompagnare la commedia, prodotta e distribuita da Medusa, arriva la fortunata conduzione di Striscia la notizia dove il duo comico sarà protagonista dal 30 marzo. Al posto di comando del film, garanzia di un rinnovato successo, le stesse persone: alla regia naturalmente i Ficarra&Picone medesimi coadiuvati da Giambattista Avellino.
La matassa si annoda attorno alle liti in famiglia. Come capita ai due cugini Gaetano (Salvo Ficarra) e Paolo (Valentino Picone) cresciuti per tanti anni come fratelli e che da ragazzini in seguito a una litigata dei padri vengono separati. Si rincontrano trentenni tra equivoci, ricordi, liti e una serie di disavventure create ad arte per evidenziare la comicità del duo comico che per alcuni versi ricorda la «slapstick comedy» (anche nella parodia della mafia).
Com’è nata «La matassa»?
Ficarra: «In Nati stanchi eravamo amici per la pelle e in Il 7 e l’8 degli sconosciuti. Abbiamo notato che non eravamo mai stati parenti. Tra parenti, c’è più gusto a litigare».
Picone: «Infatti la crisi del centrosinistra è avvenuta perché non sono parenti tra loro».
Ficarra: «Vedi come va bene Forza Italia dove sono tutti parenti...».
Picone: «Comunque parliamo delle liti tipiche di tutte le famiglie italiane. E come ogni cosa drammatica, vista da un altro punto di vista, fa ridere».
Ficarra: «Bisognerebbe riformare la Costituzione così: l’Italia è una Repubblica fondata sulle matasse. Il film nasce dalla mia voglia di raccontare le liti con Picone che nonostante non sia un mio parente ha la capacità di farmi litigare come se lo fosse».
Bene, allora diciamoci tutto. Le affinità e le idiosincrasie di Ficarra&Picone...
Picone: «Idiosincrasie nessuna, andiamo alla grande».
Ficarra: «Idio...che? Guardi, la richiamo io più tardi. Scherzo, andiamo così d’accordo tanto che di Picone ho il numero di cellulare».
Amici anche nella vita allora.
Picone: «Sì usciamo spesso insieme anche se non lo diciamo mai nelle interviste».
Ficarra: «Uscire con lui? Preferirei piuttosto andare a un funerale».
Un amore a prima vista il vostro.
Ficarra: «Sì, un colpo di fulmine in Australia».
Picone: «Era una notte a Palermo, c’era una luce particolare della luna che illuminava Ficarra...».
Ci siamo quasi.
Picone: «Sì, è successo 15 anni fa in un villaggio turistico ai Giardini Naxos. Salvo faceva l’animatore e io sono capitato nella serata dedicata ai clienti. Con alcuni amici ho fatto una gag e da lì abbiamo iniziato a fare cabaret insieme».
Che ricordi avete? Rimpiangete quel periodo?
Ficarra: «Ma scherziamo? Vorrebbe farci iniziare di nuovo?».
Picone: «Quel periodo a Palermo è stato straordinario. Facevamo spettacoli improbabili, sui tavolini, ai matrimoni...».
Con quale successo?
Picone: «Una volta abbiamo avuto addirittura tre spettatori».
Ficarra: «Il successo è successo».
E ora?
Ficarra: «Ora il mio capo condominio mi saluta e, quando si avvicina l’uscita del film, mi chiede i biglietti».
I vostri numi tutelari?
Ficarra: «Giovannona coscialunga, L’esorciccio, La polizia s’incazza... (titolo inesistente e citato da Il secondo tragico Fantozzi)».
Picone: «Amiamo su tutti Chaplin, Stanlio e Olio, Totò e Peppino, Troisi. Tanta comicità e lì è nata la nostra passione e la nostra conoscenza. Abbiamo gusti simili. Ah dimenticavo Peter Sellers...»
Bene,
Picone: «Se l’è cercata: veniamo dal nulla e nel nulla scompariremo».
Ficarra: «Non ho capito, comunque ringrazio sempre il fattore culo che, come diciamo noi, aiuta chi ha fortuna».
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