Laccusa arriva da una commissione parlamentare britannica: nella scelta delle sedi dei prossimi mondiali di calcio la Fifa avrebbe giocato sporco, con mazzette e complicità ambigue. Linchiesta è partita da una sconfitta: lobiettivo era fare chiarezza sul fallimento della candidatura inglese, quando lo scorso dicembre la Fifa ha scelto la Russia come Paese ospitante per la coppa del mondo del 2018 e il Qatar per quella del 2022. LInghilterra, in corsa per il 2018, ha ottenuto due soli voti. Un vero fallimento, di cui il Parlamento ha voluto chiedere conto alla Federcalcio inglese e al comitato promotore e che ha fatto emergere alcune rivelazioni destinate a suscitare polemica: il ministro britannico dello Sport, Hugh Robertson, ha già discusso coi rappresentanti di altri Paesi la possibilità di uscire dalla Fifa.
Una serie di nuove evidenze e prove schiaccianti - secondo linchiesta britannica - che metterebbero in grave imbarazzo il governo del calcio mondiale (che fra tre settimane eleggerà il suo nuovo presidente, con lo svizzero Joseph Blatter ancora in prima fila per il quarto mandato). Tra le testimonianze spicca - spiega il Times - quella di Lord Triesman, ex presidente di England 2018, il quale ha confermato che richieste di «regalie» per un valore totale di tre milioni di sterline sono state recapitate al comitato organizzatore inglese, tutte però respinte; e ha accusato anche il Qatar di aver pagato 1,5 milioni a due membri della Fifa. Triesman ha anche denunciato che alcuni componenti della Fifa hanno avuto «comportamenti scorretti e non etici». Ma il documento più compromettente sarebbe parte di uninchiesta del Sunday Times secondo cui sei altissimi dirigenti Fifa avrebbero agito da consulenti esterni, con stipendi milionari, presso il comitato organizzatore del Qatar, suggerendo il pagamento di ricche bustarelle per comprare i voti del consiglio direttivo Fifa.
Di fronte alle accuse, il presidente Blatter ha subito promesso di intervenire: «Non posso dire che sono tutti angeli o diavoli, ma dobbiamo avere le prove e allora agiremo immediatamente contro chiunque abbia infranto il nostro codice etico».
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