Il film segreto su Pertini visto solo dai nottambuli

In Se ci sarà un giorno girato per Raidue Maurizio Crozza era il giovane Sandro, ma la vedova ne vietò la messa in onda. L'attore: "Mostrarlo oggi? Perché no: per interpretarlo avevo studiato parecchio"

Il film segreto su Pertini visto solo dai nottambuli

Roma - Ecco una storia squisitamente italiana. Nel 1992 Raidue commissiona a Franco Rossi, regista della mitica Odissea, un tv movie sul giovane Pertini. Rete socialista, presidente socialista, «il più amato dagli italiani», scomparso due anni prima. Budget sopra i 3 miliardi di lire per 100 minuti di film. Titolo: Se ci sarà un giorno. Si gira a Savona e dintorni, protagonista un poco noto attore genovese, Maurizio Crozza, nei panni del futuro presidente, e sua moglie Carla Signoris nel ruolo dell’infelice Matilde Ferrari, detta «Mati», la fidanzata che aspettò per diciotto anni il ritorno del suo uomo, prima di rassegnarsi. «Umile vita, fatta di lacrime nascoste, di rinunzie amare, illuminata solo da un amore profondo», scrisse di lei Pertini in una lettera del 1943. Mica brutto, il film: ben recitato, solo a tratti un po’ apologetico, ma preciso nel mettere a fuoco il carattere ostinato, anche superbo, dell’avvocato Pertini, raccontato nel quinquennio cruciale 1925-1930: prime condanne e pestaggi, fuga a Milano e poi a Parigi insieme a Turati, l’esilio a Nizza, il ritorno in Italia, l’arresto, il carcere a Santo Stefano.

Pronto per essere mandato in onda il 25 settembre 1993, anniversario della nascita di Pertini, Se ci sarà un giorno scomparve misteriosamente dal palinsesto di Raidue. Come non fosse mai esistito. Provate a fare una ricerca su internet: non si trova nulla, né una sinossi, né una fotografia. Conferenze stampa neanche a parlarne. Il motivo? Carla Voltolina, detta la zarina, consorte di Pertini dal 1947, impose il veto, minacciando perfino azioni legali, dopo essersi appellata alle più alte cariche dello Stato. Sembra incredibile, ma l’ebbe vinta. E il film finì sepolto nei magazzini Rai.

Solo a fine ’93, parlando d’altro al Corriere della Sera, il 75enne regista si tolse un sassolino dalla scarpa: «Si chiama Se ci sarà un giorno, ma il giorno della messa in onda deve ancora arrivare. I signori di Raidue avevano annunciato proiezioni in Parlamento, poi è caduto il silenzio. Pare che la vedova li abbia terrorizzati. Accanto al giovane Pertini c’è una fidanzatina dell’epoca: alla Voltolina non è piaciuto». Conferma Giampaolo Sodano, allora direttore della rete. «Andò proprio così. Nessuno volle scontentare la signora. Disse che la storia d’amore con Matilde non era vera, che sputtanava la figura del presidente. Il presidente della Rai Pedullà e il direttore generale Pasquarelli decisero che non si poteva farle un torto. Provai a convincere la Voltolina. Nulla da fare. Era un personaggio atipico, coinvolse pure il Quirinale. La tesi in azienda fu: mettiamolo in magazzino, poi lo riprendiamo». Invece restò lì. «Già. Bisognerebbe rivederlo oggi e decidere se regge. Io penso di sì. Rossi era un signor regista. Quanto a Crozza, aveva qualche chilo in meno e non era un comico così famoso. Magari, però, si potrebbe coinvolgerlo».

Coinvolgiamolo, allora. «Guardi, anch’io mi sono sempre chiesto i motivi. Mi dissero della Voltolina, ma faticavo a crederci. Fui preso dopo regolare provino. Ero andato per un ruolo minore, mi misero in testa un parrucchino e diventai di colpo il giovane Pertini. Tutto qui». Chiediamo: non crede che il pubblico, a vederlo oggi, sarebbe spiazzato? «E perché mai? Nasco attore di teatro, non sono capace solo di far ridere o di satireggiare. Per interpretare Pertini studiai, mi documentai, dissi anche qualche battuta in genovese e in francese. È il mio mestiere. Se mi chiamassero a girare un film su Mussolini, lo farei. Gli somiglio pure».

Prodotto dalla Videa di Sandro Parenzo e scritto da Vittorio Bonicelli, Se ci sarà un giorno scomparì. Carlo Degli Esposti, allora organizzatore generale, conserva un buon ricordo delle riprese. In effetti, il film meriterebbe una seconda chance. Quando Pertini-Crozza scandisce severo, nel processo del 30 novembre ’29 durato un’ora, «questa non è un’aula di giustizia, è un tribunale di partito», quasi strappa l’applauso. E torna alla mente la grinta del socialista irriducibile, inclusa una certa teatralità poi praticata con punte di demagogia.

Ps.

Nel 2005, morta la Voltolina, il vicedirettore di Raiuno per il palinsesto Angelo Teodoli riprese in mano il film per ragionarci sopra. Ignorava che nel frattempo, quatto quatto, senza informare nessuno, Enrico Ghezzi l’aveva mandato in onda, alle 4.42 del mattino del 31 maggio 2003. In tutto 34mila ascoltatori. Quando si dice spendere bene i soldi.

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