La fine Superba di Gianfranco parte e arriva a Genova

(...) Nazionale del Partito Democratico al Porto Antico, sotto il tendone del Piazzale delle Feste dell’Expò. In quell’occasione, proprio mentre tutti i rappresentanti del Pdl disertavano la Festa (ad eccezione di Fabio Granata, che si smarcò già in quell’occasione, e del presidente del Senato Renato Schifani, che andò in veste istituzionale), Fini fu la superstar della Festa Pd. Prendendo applausi a gogò per ogni sua dichiarazione, persino per quelle in cui condannava gli eccessi del G8. Per quanto mi riguarda, fu quel giorno che nacque il «compagno Fini» e, soprattutto, fu quel giorno che Gianfranco fu adottato dal popolo del Pd, con tanto di omonimo genovese «Gianfranco Fini», uomo dalla storia di sinistra, che gli strinse la mano, mostrandogli la carta di identità. Il cui numero era ovviamente preceduto dalle lettere «AN».
Quel giorno si respirava un clima di miele in ogni passaggio, a partire dalla dolcezza delle domande del direttore del Tg2 Mario Orfeo, ex direttore del Mattino, ex firma di Repubblica, e molto apprezzato da diversi esponenti campani futuristi e del Pdl: da Italo Bocchino al ministro Mara Carfagna.
Da quel giorno, la Liguria è diventata centrale nell’attenzione di Generazione Italia prima e di Futuro e Libertà poi: le visite di Bocchino - con a fianco, di volta in volta, Enrico Nan, Gianfranco Gadolla ed Enrico Musso - sono diventate quasi un genere letterario e geografico: prima nel savonese, in compagnia di tanti illustri ex, poi a Genova e infine a Recco, di fronte a un piatto della straordinaria focaccia al formaggio della Manuelina. E Luca Barbareschi a Punta Vagno e Roberto Menia al congresso di Corte Lambruschini hanno condito il tutto.
Su, su, fino al ritorno di Fini di sabato scorso, nell’ultima apparizione pubblica prima della durissima intervista a Lucia Annunziata a In mezz’ora: prima al Ducale, per la conferenza ai giovani di Janua, trasmessa in diretta su Primocanale, come già l’intervista pubblica di Pierferdinando Casini al teatro della Gioventù e l’esternazione romana di Luca Cordero di Montezemolo, tanto da far diventare l’emittente ligure la tivù prediletta dal terzo Polo.
Ma l’ultimo errore di una serie infinita di errori, Gianfranco Fini l’ha fatto in casa, nella sede ligure di Fli, in via degli Operai a Sampierdarena. Negli uffici della Fiumara, il presidente della Camera ha incontrato «Cento giovani di Futuro e Libertà» (ma davvero ci sono così tanti ragazzi iscritti?), esprimendo con il suo tono che non lascia spazio a dubbi la «certezza della compattezza del gruppo della Camera di Fli.

Sono certo che martedì in Parlamento gli uomini e le donne di Futuro e Libertà sapranno dimostrare ancora una volta di rappresentare il vero centrodestra italiano, quello che guarda ai problemi del Paese e agli italiani».
Polidori, Siliquini, Catone e Moffa l’hanno ascoltato.

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