Schifani: è stato deludente Anche il presidente dei senatori di Forza Italia, Renato Schifani, boccia senza appello il discorso con cui il presidente del Consiglio ha chiesto la fiducia a Palazzo Madama. "E' stato deludente" e "ha detto poco, praticamente niente, "ha eluso tutti i problemi di cui si è parlato in questi giorni". In particolare, secondo Schifani, il premier è stato "evasivo sulla politica estera» mentre ha mostrato qualche «apertura al dialogo sulla legge elettorale che peraltro era stato già avviato dal ministro Chiti". Quanto alle misure a favore della famiglia, Schifani sottolinea che "per ora sono solo parole". A dimostrare che si è trattato di un discorso deludente, secondo Schifani, è stato anche il fatto che "non c'è stato nessun applauso da parte dell'aula". "C'era un grande imbarazzo, un gelo per questo intervento del presidente del Consiglio che è costretto a misurare tutte le parole per cercare di accontentare tutti senza scontentare qualcuno".
D'Alema è ottimista: parole equilibrate Un discorso "chiaro, molto serio e molto equilibrato" anche per il passaggio sulla legge elettorale. Un discorso, quello di Prodi, che porta Massimo D'Alema a essere "ottimista" sull'esito del voto di fiducia previsto per domani in Senato. "Il presidente ha fatto un discorso chiaro, molto serio e molto equilibrato. Ha ribadito le scelte di fondo - osserva il ministro degli Esteri - e la necessità di un impegno comune per fare la legge elettorale. Sono ottimista: stando alle dichiarazioni il Governo dispone di una maggioranza non grande, ma nei paesi democratici - conclude D'Alema - è sufficiente una maggioranza ristretta per governare".
Mastella: non danneggiare i piccoli partiti Sì ad ampie convergenze nell' affrontare la legge elettorale, purché questo non avvenga a scapito dei piccoli partiti. È l'auspicio del leader dell' Udeur e ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che commenta le parole del presidente del Consiglio Prodi al Senato. Mastella ha giudicato "importanti" le novità emerse dal discorso di Prodi a proposito di "sostegno alla famiglia e politiche per il Mezzogiorno". Per quanto riguarda la riforma elettorale, auspicata da Prodi, Mastella ha dato il proprio assenso, "a condizione che ci sia il rispetto per tutti, compresi i partiti piccoli. Occorre mettere da parte le convenienze di taluni - ha concluso - e guardare alla convenienza del Paese".
Capezzone: mi astengo, nessuna svolta Nel discorso di Romano Prodi al Senato "non c'è nessuna svolta". Governo e maggioranza rischiano di ritrovarsi di nuovo in difficoltà tra poche settimane. Lo sostiene il deputato della Rosa nel pugno, Daniele Capezzone, dopo aver ascoltato le parole del premier. "Il discorso di Prodi lascia intatte, purtroppo, le contraddizioni che hanno finora reso incerto, e a tratti addirittura impraticabile, il cammino della maggioranza e del Governo. In politica estera, resta l'ambiguità di sempre. In economia, si confondono gli auspici con le realizzazioni, in particolare, sono del tutto vaghe e indeterminate le parole spese sulle pensioni; sui diritti civili - aggiunge il deputato della Rnp - c'è un silenzio di tomba. Insomma, l'impressione è di un pressochè totale continuismo, di assenza di soluzione di continuità rispetto ai mesi passati".
Calderoli: dal dramma alla beffa "Spero che stanotte qualcuno rifletta e domani faccia mancare i voti a Prodi. Prima se ne vanno e meglio è per il Paese". Così il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, ha commentato il discorso del presidente del Consiglio Prodi in Senato per la fiducia. "Si è passati - ha aggiunto sarcastico Calderoli - dal dramma di un Paese con un governo inadeguato come questo, alla beffa dei sottosegretari in numero pletorico che in aula non trovavano la sedia dove sedersi".
Turigliatto: non voto a scatola chiusa "Per me domani è solo un passaggio. Voterò una fiducia distante perchè non sono uno che vota a scatola chiusa". Il senatore ribelle del Prc, Franco Turigliatto, pressato dai giornalisti dopo il discorso programmatico del presidente del Consiglio Romano Prodi al Senato assicura che darà il suo voto anche se fa capire che lo farà turandosi il naso. Turigliatto ribadisce che non era sua intenzione far provocare la caduta del governo perché teme il "ritorno delle destre". Ma non cambia idea sul suo voto nei prossimi impegni dell'esecutivo: "Sull'Afghanistan voterò comunque no e anche sulla Tav".
Cesa: non avrà mai i voti dell'Udc Quello del presidente del Consiglio in Senato è stato un discorso «scialbo, in cui non ha detto nulla di nuovo». Lo ha detto il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, arrivando alla riunione dei senatori e dei deputati centristi in corso nella sala della Commissione Agricoltura del Senato. Cesa ha aggiunto che «è un peccato perchè poteva essere l'occasione per dare una svolta. Noi -ha proseguito- proponevamo un governo di responsabilità nazionale, volto a far decantare la situazione, per poi andare alle elezioni. Così invece si rischia di prolungare un'agonia». Quanto all'atteggiamento dei senatori dell'Udc, Cesa assicura: «Abbiamo le idee chiare. Non sosterremo mai questo governo. Ci sarà il no da parte dell'Udc».
Cicchitto: cerca solo di passare la nottata «Un discorso del tutto scontato, ritagliato sui famosi dodici punti che già vengono messi in discussione da questo o da quel settore della maggioranza. La speranza è che la genericità consenta di rimettere insieme la sinistra radicale, la sinistra moderata e i cosiddetti centristi». Lo ha dichiarato Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia.
«Per ognuno di questi settori c'è un aggettivo o un sostantivo. Prodi cerca di passare la nottata, ma il suo governo ha subito un colpo durissimo per cui il suo massimo tentativo - conclude Cicchitto - è quello di sopravvivere a se stesso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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