Politica

«Fini rischia grosso: da solo non avrebbe voti»

BERSANI BOCCIATO
«Bersani è una persona che sulla carta piaceva molto e tuttora resta un punto di riferimento importante. È la strategia che sembra non piacere al suo stesso “popolo”. Credo che gli elettori del Pd necessitino di una strategia fondata sulla competenza, ma anche sulla costruzione di una reale opposizione. Che non si traduca in un no secco a qualsiasi proposta. Sembra quasi che l’elettorato non venga ascoltato. E questo spiega l’ascesa di Antonio Di Pietro. Perché a fronte di messaggi un po’ ambigui, tipo la “maggioranza brancola nel buio”, pagano quelli più netti».
TREMONTI NON È «POP»
«La manovra è stata realizzata grazie all’autorità politica e il rinascimento del ruolo di Silvio Berlusconi in Europa e in Italia, nonché per l’autorevolezza del nostro ministro dell’Economia Tremonti. Il quale è una personalità importante, è un nome forte, ma risulta decisamente meno “pop” in un ipotetico confronto con Berlusconi. Tremonti è più distante dalla gente, sia per estrazione culturale sia per tipologia delle materie che affronta».
AUTOGOL ANNOZERO
«Quando il dibattito politico è forzato, come avviene ad Annozero di Santoro, al punto che si diventa tifosi di una parte politica, non si ha uno scambio dialettico di opinioni. Ci sono attacchi verso un interlocutore che deve difendersi in contropiede. Proprio come avviene in una partita di calcio. Non c’è uno scambio di supporter tra le due tifoserie. Non ci sono spostamenti di voti, anzi: spesso vengono “richiamati” gli indecisi che escono dal “torpore” ed iniziano a fibrillare per quello che potrebbe accadere».
FINI RISCHIA
«Fini è una persona che è sempre stata molto apprezzata dalla gente per la sua capacità dialettica, per la sua immagine, la sua pacatezza. Essendo stato cofondatore della Pdl, la gente si sarebbe aspettata un comportamento più coadiuvante, più costruttivo forse. È vero che il suo consenso continua ad essere molto buono (attorno al 46-47 per cento), però il suo trend è in contrazione. L’analisi va fatta anche nella traduzione in voti. Dobbiamo ricordare che il risultato più alto di Fini è stato con An, attorno al 15,7 per cento nel ‘96. Diventa importante per lui far capire di non aver tradito i suoi elettori. Penso che la sua strategia, da qui ai prossimi tre anni, sia quella di costruirsi una nuova strada, ma è molto rischioso. Credo che se Fini cercasse la scissione avrebbe poco consenso dagli elettori Pdl. Il confronto con Berlusconi è impegnativo. Senza dimenticare che Fini ha perso grandi fette di consenso legate ai colonnelli di An che hanno forte radicamento territoriale e non hanno seguito in buona parte la proposta di Fini».
GRANDE CENTRO
«Dai test che abbiamo fatto emerge una grande fiducia verso gli ipotetici protagonisti del nuovo grande centro, perché si tratta dei protagonisti dell’economia e dell’industria italiana. In assenza di una proposta politica è difficile quantificarne il consenso».
LA LEGA DOPO BOSSI
«La Lega è un soggetto molto importante e sopravviverà a Bossi. È radicata nel territorio e guarda alla gente ascoltandone il messaggio. Non è un caso che i fatti di Rosarno abbiano sdoganato la Lega sotto il Po, con un travaso di voti dal Pd grazie all’ascolto della gente».
LA LEGA E IL CAVALIERE
«La Lega trae la sua forza dalla grande capacità berlusconiana. Messaggi di provocazione possono essere lanciati in maniera molto forte proprio perché dopo avviene un controbilanciamento dell’azione politica da parte del Pdl. I messaggi della Lega sono veramente forti e anticipatori».
MARONI DOPO UMBERTO?
«Umberto Bossi è unico, come personalità politica ha saputo infondere particolare empatia con la gente. Maroni è molto bravo, un politico di prim’ordine, ma non so se susciti la stessa empatia. Non credo».
MONTEZEMOLO E IL PD
«Montezemolo potrebbe essere una figura coadiuvante del centro sinistra, ma non un riferimento tout court, un riferimento solitario. Inoltre dovrebbe scendere in campo in modo chiaro».
VENDOLA LEADER?
«Nichi Vendola ha fatto una campagna elettorale per la sua regione su un piano nazionale. È cresciuto molto a livello di messaggio e di autorevolezza politica. Però credo che il popolo di centrosinistra abbia necessità di trovare un punto di riferimento che abbia una storia interna».
PD IN ROSA
«Credo che sia Lucia Annunziata che la Finocchiaro potrebbero guidare il centrosinistra. Sono due donne autorevoli, molto serie, molto credibili nel loro percorso riformista».
BERLUSCONI E I SONDAGGI
«Non è successo perché Berlusconi, a differenza di altri politici, non fa delle ricerche per soddisfare un suo narcisismo ponendo se stesso al centro del monitoraggio scientifico. Con noi ha un approccio tecnico e usa i sondaggi per capire gli umori della società, non per riflettersi nei dati».
GOVERNO DRAGHI?
«Un governo Draghi? Gli italiani si domanderebbero “ma perché?”. Gli elettori hanno scelto Berlusconi, non Draghi. Non si deve sottolineare una scelta democratica molto precisa».
INTERCETTAZIONI
«L’utilità delle intercettazioni per qualsiasi tipologia di delitto è riconosciuta da tutti. Nasce tuttavia il dubbio sull’effettiva utilità di pubblicare i messaggi personali, le cose che non riguardano le inchieste, i messaggi d’amore di una coppia, per esempio. Al momento non credo che questo ddl abbia inciso sul consenso del governo».
DIVORZIO BERLUSCONI
«Siamo all’incirca 50 milioni di italiani maggiorenni aventi diritto al voto. Quante donne possono realmente identificarsi con Veronica Lario che ha sposato Silvio Berlusconi? Vorrebbero tutte, ma l’identificazione è difficile. È possibile sul piano emotivo, ma non su quello reale di vita. Ricordiamo che quello di Veronica è stato uno scontro familiare, una faccenda privata».
NAPOLITANO SAGGIO
«Napolitano è visto come un grande saggio. Il nostro presidente della Repubblica è visto come un punto di riferimento importante e quindi ci si aspetta da lui interventi anche su questioni di vita pubblica».
BERLUSCONI AL COLLE
«L’analisi che facciamo focalizza la capacità di competenza, di ricoprire un ruolo e la facoltà di poter sviluppare un certo percorso. In queste relazioni il premier è un punto di riferimento operativo. Il presidente della Repubblica è un punto di riferimento evocativo, simbolico. Al momento la gente desidera Berlusconi in un ruolo attivo».
SILVIO E LE DONNE
«Berlusconi ha la capacità di trattare la gente come persone, indipendentemente dal ruolo. Pensiamo ai ministri donna fortemente voluti, alla abilità che hanno dimostrato.

Pensiamo quanti pregiudizi erano emersi quando fece le nomine: la Carfagna, la Meloni, la Gelmini».

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