Finto povero prosciuga il conto dell’anziano sacerdote

Finto povero prosciuga il conto dell’anziano sacerdote

Era bravo Giuseppe a piangere miseria. Il banco di frutta sul mercato di Terralba lavorava poco, aveva tante tasse, teneva famiglia... Qualcuno dapprima ci cascava e gli prestava cento, duecento euro. Poi, però, quando «il bisognoso» tornava alla carica con nuove richieste senza aver saldato i vecchi debiti, cercava di toglierselo dai piedi. Tutti se ne liberavano, tranne don Agostino anziano sacerdote di Bogliasco, troppo buono o forse eccessivamente ingenuo. Ma don Agostino aveva il suo angelo custode. Don Silvio Grilli, parroco di Bogliasco, all’inizio dell’anno ha consegnato agi poliziotti di Nervi un «dossier» con la dettagliata ricostruzione della brutta storia, iniziata circa 8 anni fa.
All’inizio Giuseppe Acquafresca, 64 anni, sposato e con un figlio, aveva cominciato ad avvicinarsi molto più spesso all’anziano sacerdote chiedendogli soldi. Sempre di più. I conti del sacerdote, che ha 76 anni, ma è piuttosto malato e vulnerabile psicologicamente, si sono progressivamente prosciugati di circa 400mila euro. Come se non bastasse, Giuseppe era riuscito, in cambio di banali cortesie, a farsi prestare la macchina del prete, guidandola senza alcun riguardo, e riducendola a un rottame. Intanto don Agostino perdonava peccati e peccatore, quasi non rendendosi conto di essere caduto nelle grinfie di quello che la squadra investigativa del commissariato di Nervi bolla come un uomo «dalla condotta cinica, spregiudicata e malvagia». Basti pensare che, tra il 2006 e il 2009, con l’auto di don Agostino, era riuscito a collezionare un numero indescrivibile di multe, alcune a distanza di poche ore nella stessa giornata, senza alcun riguardo verso chi lo aiutava credendolo una persona bisognosa. A riprova di ciò anche il fatto che il sacerdote aveva convinto alcuni parrocchiani a aiutare di tasca propria l’ambulante, creandogli intorno una rete di sostegno anche economica. Quando don Agostino era venuto in possesso dei risparmi di una vita di una vecchia zia, Giuseppe era riuscito a mettere le mani anche su quelli.

Le indagini dei carabinieri di Bargagli, dove risiede Acquafresca, insieme con quelli dei poliziotti di Nervi hanno portato alla luce la storia nei dettagli, e dapprima si è cercato di ammonire Giuseppe a farla finita. Lui non l’ha fatto. Così ci ha pensato il giudice: Giuseppe è stato arrestato con l’accusa di circonvenzione di incapace e per il momento il magistrato gli ha concesso gli arresti domiciliari.

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