Dice: se la pigliano con i poveracci, con gli sfigati. Ma a parte che non è vero, come insegnano i blitz a Cortina, e finti ciechi che saltan su come funghi e gli industriali veneti con uso di Ferrari ma ufficialmente nullatenenti pizzicati a ritmi sempre più sostenuti, qui c'è da rivedere tutto un sistema di pensiero. Parliamo di quel microcosmo (mica tanto micro, a ben vedere) fatto di lavori e lavoretti da «poveracci» che poi, quando vai a vedere da vicino, poveracci non sono poi tanto. È la grande macchia grigia del «nero», quella dove si annidano escort e bancarellari, venditori volanti di piadine e cocomeri, imbianchini «paper free» (laddove quel paper sta per fattura), spicciafaccende e borderliner che nessuno, siccome nell'immaginario collettivo «un po'fanno pena», nessuno si è mai sognato di disturbare.
I posteggiatori abusivi, per esempio. Quelli con berretto bianco da capitano di vascello che nei film con Totò e Capannelle, o con Alberto Sordi si producevano nei loro stentorei quanto melliflui «indietro dottò
cosììì
ancora un pochetto dottò
perfetto!!!» e a furia di «dottò» e «ingegnè», alla fine della giornata, rimediavano belle svanziche.
Bè, a Palermo ne hanno trovato uno, le Fiamme gialle, che a fine mese portava a casa uno stipendio di 3700 euro netti: quanto un medico ospedaliero, un laureato, un professionista con qualche anno di mestiere alle spalle. Soldi esentasse, naturalmente, perché il tipo mica faceva un lavoro, secondo lui; e difatti il suo nome galleggiava in quell'immenso limbo di nullatenenti, di poveracci, di sfigati che a rigor di logica dovrebbero avere un ciclo vitale da tarma, e sparire nel cosmo dopo una breve stagione di disordinato e improduttivo sfarfallìo. E invece dan feste, e per la prima comunione dei figli son banchetti con dodici portate, e ce n'è di quelli che non bastandogli la Punto per le minute faccende hanno anche la Bmw per scarrozzare la signora la domenica.
Il posteggiatore palermitano, tipo sveglio di 29 anni, aveva realizzato un'area di sosta di 500 metri quadri nello storico quartiere Borgo Vecchio di Palermo. Suolo assolutamente pubblico ma assolutamente, puntigliosamente «requisito» dal nostro, che essendo persona ordinata e magari anche dotato di una vocazione da geometra, riusciva a farci stare 200 tra auto e motociclette. E siccome voleva che i suoi clienti dormissero sonni tranquilli, ecco anche le telecamere a circuito chiuso. Alcuni posti erano stati coperti da tettoie in modo da tenere al fresco le auto dei «dottò» d'estate e da proteggerle da acquate improvvise, di quelle che ti lasciano il parabrezza e la carrozzeria a macchie di leopardo, tra polvere e sabbia portata da certi scirocchi.
I prezzi praticati dal nostro imprenditore variavano: a seconda del tipo di auto, della durata del servizio, della stagione. Da 1 euro l'ora fino ai 300 mensili per la custodia di camper e roulotte. E gli affari? A gonfie vele, vista la vicinanza del parcheggio al centro storico. Però siccome la Guardia di finanza, quando ci si mette, son dolori, ecco pronto un verbale coi fiocchi per l'anonimo posteggiatore. (A proposito: perché sui nomi degli evasori si stende in genere questa misericordiosa cappa di silenzio?).
Secondo i calcoli delle Fiamme Gialle, calcoli all'ingrosso, ovviamente, ricavati da fogli sparsi e «diari di bordo», appunti volanti e una tabella con costi e servizi offerti, i denari guadagnati dal 2005 ai nostri giorni sono 300 mila, col che si configura un'evasione fiscale da circa 90 mila euro.
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