Fiumicino, sono già tornati i tassisti abusivi

Roberto Filibeck

Proprio come una sentinella il Giornale per giorni, dallo scorso 28 luglio (data dell’ultimo fatidico vertice), ha atteso invano che arrivasse la tanto attesa task force antiabusivi da dispiegare all’aeroporto di Fiumicino come rinforzo ai caschi bianchi. Ma nello scalo romano non è cambiato nulla. Non solo i terminal pullulano di nuovo di abusivi, ma negli ultimi giorni si sono registrate delle risse, perfino di fronte a centinaia di esterrefatti passeggeri, tra alcuni tassisti che cercavano di accaparrarsi le corse. Per sedare gli animi, visto che la zuffa rischiava di degenerare, sono dovuti intervenire gli investigatori della polizia giudiziaria. Dunque il potenziamento tanto voluto dal prefetto si sta rivelando un fiasco, come più volte annunciato nelle inchieste sull’argomento pubblicate nei mesi scorsi dal nostro quotidiano. Quello che appare ancora più strano è come sia possibile che accada tutto questo con la totale o parziale consapevolezza di tutti i vertici istituzionali che dall’inizio si erano adoperati per la firma del protocollo siglato in Prefettura il 29 marzo scorso e che aveva come unico obiettivo quello di combattere i tassisti abusivi nello scalo intercontinentale. Otto giorni fa, dopo la lunga «querelle» sulla questione delle competenze tra Roma e Fiumicino in merito alla gestione della task force antiabusivi, si sono nuovamente incontrati tutti gli interessati. Oltre al prefetto Serra c’erano il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini, i vertici di caschi bianchi e sindacati e l’assessore alla Mobilità del Campidoglio, Mauro Calamante. Sembrava, almeno in apparenza, che si fossero messi d’accordo su chi e come deve gestire le 18 unità del Gruppo intervento traffico di Roma in missione a Fiumicino. Inizialmente, infatti, il Git sembrava in totale accordo e sintonia con l’amministrazione di Fiumicino, tanto è vero che l’accordo era stato sottoscritto il 22 giugno da due funzionari della polizia municipale di Roma. Poi la stessa dirigenza del Git aveva reclamato il coordinamento congiunto e il primo cittadino, Canapini, aveva di conseguenza scritto al comandante ad interim dei pizzardoni, Giovanni Catanzaro, invitandolo a sospendere l’invio di agenti. Così il Git, coordinato da Lorenzo Bittarelli, aveva subito fatto dietro front, ponendo come elemento indispensabile «l’autonomia operativa dei propri uomini in missione senza vincoli di subordinazione gerarchica». Come se non bastasse si scopre, infine, che a metà di luglio era stato lo stesso Catanzaro a disporre l’immediata e integrale attuazione del progetto siglato a giugno. Per cercare di uscire da questa bagarre, e soprattutto per rendere operativo il piano, viene appunto programmato l’incontro del 28 luglio.
Uscendo dal vertice tutti sembravano soddisfatti,e soprattutto pareva che si fosse finalmente trovato un accordo tra le due amministrazioni. Ma in realtà le cose non sono andate così, e il risultato dell’incontro è stato un ennesimo fiasco. Perché, come puntualmente confermato dai vigili urbani del comune aeroportuale, non c’è stato nessun potenziamento, né l’ombra di un solo uomo del Git. Il sindaco Canapini non intende mollare la presa e far coordinare i propri uomini da altre amministrazioni.

Veltroni si era limitato ad abbozzare una mezza difesa nei confronti del pasticciaccio messo in moto da Catanzaro, poi non ha più replicato, mentre il comandante locale dei caschi bianchi da qualche giorno si è ammalato. E il Prefetto che fa? Forse crede ancora che le cose vadano a gonfie vele.

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