Gianandrea Zagato
«Se dovesse vincere Bruno Ferrante, io continuerò comunque le mie battaglie civili». Dario Fo preannuncia che si candida al consiglio comunale. Notizia che i cronisti già davano per scontata: non è mistero che Rifondazione comunista voglia, comunque vada, offrire un seggio al Nobel.
Ma questannuncio significa pure che allottantenne attore non hanno garantito la guida dellassessorato alla Cultura: evidente il veto incrociato - Ds e Margherita, complice Ferrante - alloccupazione di una casella importante dellamministrazione comunale. Ragione in più che spinge, quindi, il Nobel a promettere una battaglia consiliare «anche contro lex prefetto se il suo programma non dovesse vedermi daccordo, se accetterà dei compromessi cosa assai facile nei Ds da tanto tempo, soprattutto a Milano». Avviso sgradito a Ferrante, naturalmente, che facendo buon viso a cattivo gioco sperava dopo le primarie di non dover più subire gli attacchi del suo competitor. Fo però non molla: «Se farà il gioco del lasciamo correre, se non distruggiamo ciò che è già in atto, bisogna allora accettare dei compromessi. E davanti a questo io non ci sto. Sarò dentro a lottare perché giustizia e libertà siano affermate». Come dire: Ferrante è «rappresentante del pubblico» e, quindi, «bisogna avere idee chiare e pulite». Altrimenti? Interrogativo comune alla sinistra che si trova costretta a sostenere con forza la candidatura dellex prefetto - frutto di un accordo Ds e Margherita - e, magari, come Fo ad applaudirlo perché «sarà sempre meglio avere lui che questaltri».
Problemino di non poco conto che, ieri, Fo ha sollevato dagli schermi di Telelombardia, mentre Ferrante dai microfoni di Radio Popolare garantiva che «lui è il rappresentante della discontinuità». Sostantivo più felicemente utilizzato dal presidente della Provincia, il diessino Filippo Penati, a favore di Letizia Moratti. Ma come osserva Manfredi Palmeri, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, «Ferrante ormai si fa i complimenti da solo, mentre cresce in modo palpabile la delusione nei suoi confronti allinterno dei partiti del centrosinistra». Considerazione accompagnata dallinvito firmato dal vicesindaco Riccardo De Corato a «Ferrante perché si rilegga i dati di Legambiente e rifletta qualche minuto prima di parlare e sparlare a zero». Riferimento alla supposta mancanza di verde cittadino denunciata dallaspirante sindaco dellUnione.
Che mercoledì sarà tra i banchi di un mercato insieme al segretario della Quercia Piero Fassino. Giretto del «compagno» Ferrante che, pur di conquistare la poltrona di sindaco, delle sinistre non vorrebbe buttare nulla.
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