
Non solo l'eventuale rimpasto. In Lombardia tiene banco anche l'ipotesi, di cui si discute soprattutto a Roma, di andare al voto nel 2027, un anno prima della naturale scadenza di legislatura: "Non so niente, nessuno mi ha mai detto nulla e non credo che sia neanche tecnicamente fattibile una cosa di questo genere" afferma il presidente Attilio Fontana. Tradotto: l'unica possibilità è che intervenga il governo nazionale con una legge per accorpare politiche e regionali. Le dimissioni di Fontana, l'altra via percorribile, non sono al momento contemplate nella testa del governatore, a prescindere da eventuali proposte per andare in Parlamento. "Comunque - taglia corto - è una cosa talmente lontana che mi sembra inutile parlarne adesso". Un'ipotesi "difficile" secondo il coordinatore di Forza Italia in Lombardia Alessandro Sorte, ma "non escludiamo niente, dobbiamo essere pronti. Perché, a differenza degli ultimi vent'anni, il centrosinistra si metterà tutti insieme e la distanza tra noi e loro diventerà sempre minore". Per l'azzurro "i voti al centro faranno la differenza e saranno quelli di Forza Italia - osserva -. Siamo abituati a vincere con venticinque punti di distacco, ma qua i punti si dimezzano. Quindi non dobbiamo sottovalutare il voto in Regione". Nel dibattito si inserisce anche il capogruppo del Pd in Lombardia, Pierfrancesco Majorino: "La destra si vergogna della giunta tanto da volerla far dimettere un anno prima...Sulle poltrone sono sempre molto impegnati". Resta in stand-by anche il cambio in giunta, con l'arrivo di Debora Massari al posto dell'assessore al Turismo Barbara Mazzali. Quest'ultima, dopo giorni di silenzio, ha deciso di dire la sua in una nota, sottolineando intanto che Fratelli d'Italia "non mi ha chiesto alcun passo indietro". Mazzali rivendica gli sforzi in questi primi due anni e mezzo per far crescere "con fatica e determinazione il marchio 'Made in Lombardy'", tra le priorità del suo assessorato. "Sono sempre stata in prima linea, al servizio dei cittadini e degli elettori che, con 6.800 preferenze, hanno scelto di scrivere il mio cognome sulla scheda elettorale alle ultime regionali in provincia di Brescia" va avanti Mazzali, che però si dice pronta a fare un passo indietro se arrivasse una richiesta ufficiale. Nel caso "tornerò a fare politica sul territorio, come ho sempre fatto, rappresentando con orgoglio la
provincia. Era doveroso chiarire questa vicenda e ribadire la mia posizione". Anche Fontana fa notare che "a oggi non ho ancora ricevuto nessuna formale richiesta di questa sostituzione, altro non posso dire".
Ad ogni modo manovre più estese non sono all'ordine del giorno: "Il rimpasto non c'entra niente, eventualmente è un cambiamento all'interno di uno dei partiti". Diplomatico, infine, sulle ambizioni di FdI sulla Lombardia: "Ognuno è legittimato a pretendere e a richiedere che ci sia la nomina di un futuro candidato in Regione, i partiti decideranno".