«Se Formigoni lascia, la presidenza della Lombardia va alla Lega. L’abbiamo già chiesta e Berlusconi ci ha detto di sì. In pole position c’è Roberto Castelli». Parola di Roberto Calderoli, che lunedì sera è stato ad Arcore assieme al leader del Carroccio, Umberto Bossi. E Calderoli spinge anche per andare al voto già ad ottobre. La Lega ha tutto l’interesse a battere il ferro finché è caldo e tornare alle urne nel giro di pochi mesi sull’onda dei risultati delle Politiche, che l’hanno spinta oltre il 20% in Lombardia.
Roberto Formigoni ieri è stato a Macherio, poi è volato a Roma insieme con Silvio Berlusconi che oggi, con Bossi e Fini, metterà insieme i tasselli di governo. Formigoni e tre suoi assessori sono stati eletti in Parlamento: la vicepresidente del Pirellone, Viviana Beccalossi, l’assessore all’Industria, Massimo Corsaro, e l’assessore alla Famiglia, l’azzurro Giancarlo Abelli. Se Formigoni prenderà la strada di Roma, le elezioni regionali avverranno in autunno e le date più probabili - pressing leghista a parte - sono il 9 o il 16 novembre.
Formigoni, capolista del Pdl al Senato, punta a un ruolo di peso, altrimenti continua a ripetere che non si dimetterà. Le sue ambizioni toccano la presidenza del Senato (ma i concorrenti non mancano), gli Interni, gli Esteri o il ministero delle Attività produttive, che avrebbe competenze più ampie rispetto al passato (accorpando lo Sviluppo e l’Industria) ed è il dicastero dal quale passerà la ricca delega sull’Expo. Il governatore non ritiene allettanti Sanità e Istruzione, temi sui quali ha spinto il ruolo delle Regioni e nei quali ritiene il peso dello Stato marginale. Sia Umberto Bossi che Gianfranco Fini non avrebbero nulla in contrario, remano contro esponenti di punta di Forza Italia che puntano a ruoli di peso al governo e che vedono il governatore della Lombardia come un concorrente sgradito anche in prospettiva futura.
L’addio alla Regione di Formigoni, comunque, aprirebbe uno scenario difficile, con le elezioni anticipate di due anni e la scelta obbligata di assegnare la presidenza della Regione alla Lega. Scalpitano coloro che non si rassegnano, a partire dal Pdl. E Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia, non esclude l’ipotesi delle primarie lanciata da Ignazio La Russa. «Non c’è nulla di scontato - spiega Gelmini - perché la Lega è andata bene ma il Pdl è il primo partito. Valuteremo la soluzione migliore e stiamo prendendo in considerazione anche le primarie». Gelmini fa un elenco di possibili candidati che potrebbero competere: «La classe dirigente non ci manca. Penso a Gabriele Albertini, Giancarlo Abelli e Massimo Buscemi».
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