Formigoni fa un patto con Terminator in difesa dell’ambiente

Summit a Los Angeles. Intesa tra il governatore e Schwarzenegger: «La tecnologia è l’arma per ridurre le emissioni»

nostro inviato a Los Angeles

La lingua che parlano sarà pure diversa, eppure dicono le stesse cose. Si incontrano su una strada comune, quella che qui chiamano «green revolution». Il primo, un attore prestato alla politica. Il secondo, un politico che - a parte un cameo - al cinema va pagando il biglietto. Arnold Schwarzenegger e Roberto Formigoni siedono davanti a un fuoco. La sera di Los Angeles è fresca. Un faccia a faccia di un quarto d'ora per scoprire che California e Lombardia non sono poi così distanti. E che i due governatori hanno la stessa missione. «We can do it». «Possiamo farcela». Sul piatto della politica, una svolta ambientalista.
L'incontro conclude la prima giornata del «Governors’ global climate summit», il meeting sull'inquinamento destinato alle entità subnazionali promosso dalle Nazioni Unite. Siamo a Hollywood, e si vede. Apre la convention Harrison Ford, a distanza di pochi minuti sale sul palco proprio Schwarzenegger.
Totale dimestichezza dei tempi televisivi, telecamere gestite con consumata sapienza, platea rapita. Ma non è solo «cinema». Qui, il governatore della California, chiede «un cambiamento per salvare il pianeta». Lo stesso tema affrontato, poche ore più tardi, con Formigoni. Un incontro «blindato» da un imponente servizio d'ordine, al quale partecipano anche il governatore di Vancouver e il direttore del «Getti Museum» («è molto interessato a un progetto di scambio con i nostri principali musei, sicuramente faremo qualcosa», anticipa Formigoni), dal quale il presidente della regionale Lombardia esce visibilmente soddisfatto. Tra i due c'è sintonia. «Il tema ambientale - spiega l'inquilino del Pirellone - è entrato ormai nell'agenda politica, ed è arrivato il momento di dare vita a una rete globale tra le regioni». Tradotto, «scambio di esperienze, cultura, azione di lobbing presso le organizzazioni statali internazionali, come Nazioni Unite, Unione Europea, G20». Una parola chiave, per entrambi. «Tecnologia».
«Solo sfruttando le nuove tecnologie - insiste Formigoni - potremo ridurre le emissioni di gas inquinanti, come abbiamo fatto noi con le auto e i filtri antiparticolato. Ma non ci sono solo le macchine.
L'inquinamento è anche quello industriale, da riscaldamento, e agricolo. Servono maggiori controlli e incentivi, serve dialogare con le imprese e prendere decisioni concertate col territorio. E, in caso di necessità, si possono decidere anche misure straordinarie». In ogni caso, «la soluzione deve essere al tempo stesso locale e globale». E anche su questo, California e Lombardia viaggiano parallele.
«È un bel personaggio - racconta a fine serata di Schwarzenegger il governatore della Lombardia -, è simpatico ed espansivo. Abbiamo messo a confronto le nostre esperienze politiche». Ma siamo a Los Angeles, la scritta «Hollywood» campeggia sulle colline che fanno da sfondo alla città, e quel richiamo troppo forte per resistere. «Abbiamo posto le basi per portarlo a Milano». Un film all'ombra della Madonnina? Chissà.


«Intanto - prosegue Formigoni - l'ho invitato alla Scala, che non ha mai visto, e gli ho parlato dell'Expo e del tema ambientale attorno al quale l'evento ruoterà. Mi ha detto che a Milano c'è stato diverse volte per presentare i suoi film e che gli piace, e mi ha chiesto di salutargli Giorgio Armani».
Sembra cinema. È politica.

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