Corazzieri impennacchiati, tricolori volteggianti, folla festante ad accogliere colui che «rappresenta lunità nazionale» e la moglie Clio. Bergamo, città dei Mille (ne ha forniti ben 174 alla spedizione), inaugura con Giorgio Napolitano e signora i festeggiamenti per i centocinquantanni dellItalia unita, che saranno celebrati il 17 marzo con la festa nazionale decisa dal governo Berlusconi.
Al centro del discorso del presidente uno dei profeti del federalismo, il milanese Carlo Cattaneo, che già a metà dellOttocento immaginava gli Stati uniti dItalia e dEuropa. «Federalismo come forma di unità in cui meglio può incarnarsi il principio di libertà» approva Napolitano. Il tema è di particolare attuale, perché in questi giorni si vota in Parlamento.
In sintonia Roberto Formigoni: «Il federalismo che stiamo costruendo deve diventare la nuova forma dellUnità dItalia». Il presidente della Regione, che ha accolto il capo dello Stato a Bergamo, annuncia che il 20 marzo sarà proprio Napolitano a inaugurare con i cittadini Palazzo Lombardia, il nuovo distaccamento del Pirellone. La sede di via Pola è già parzialmente funzionante, ma Napolitano farà una seconda inaugurazione alla conclusione definitiva del trasloco, avviato il 15 ottobre e ancora in corso.
Carlo Cattaneo, nato a Parabiago e tra i protagonisti delle Cinque giornate, dopo il 1848 lasciò Milano per la Svizzera, che diventò il modello del suo federalismo basato sul principio che «la società è un fatto naturale» e il «federalismo delle intelligenze umane» esiste da sempre. Napolitano ne ha ricordato «la grande figura di patriota e pensatore» che «non ha avuto finora nelle celebrazioni uno spazio di attenzione e di riflessione adeguato». Sul suo federalismo prevalse il centralismo piemontese di Cavour, guidato dall«assillo delle difficoltà eccezionali del processo di unificazione».
Tutti soddisfatti della rievocazione di Cattaneo, dal leghista presidente del consiglio regionale, Davide Boni, a Formigoni. Il governatore paragona i giorni attuali a quelli che portarono al 1861: «Dobbiamo avere la stessa lungimiranza e lo stesso ardore che ebbero coloro che fecero lItalia, accentuando la velocità di trasformazione verso quella che deve essere ununità federalista, per rifondare le istituzioni e la politica, ma anche la socialità, ricomporre nuove e antiche fratture».
Slancio federalista anche dal sindaco.
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