nostro inviato a Riva del Garda
«Che politica è se non si ha il gusto di andare tra la gente?». Roberto Formigoni chiude la tre giorni di Rete Italia e conferma la disponibilità a candidarsi per il Parlamento europeo, come richiesto da Silvio Berlusconi a ministri e presidenti di Regione. È chiaro il suo desiderio di andare alla conta dei voti: «Sarebbe anche l’occasione per vedere chi ha più consenso all’interno del Pdl. Se si candidano tutti i ministri, sono pronto».
E così in Lombardia si profila una sfida amichevole tra grossi nomi della politica, tanto per citarne alcuni il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini (che è intervenuta all’incontro di Riva del Garda), e della Difesa, Ignazio La Russa. Ma anche Gabriele Albertini («sono europarlamentare uscente e mi preparo a tornare in campagna elettorale» assicura l’ex sindaco dalla convention formigoniana), e il coordinatore regionale azzurro, Guido Podestà.
Formigoni comunque assicura di non aver intenzione di lasciare il lavoro in Lombardia. «Sarà Berlusconi a fare le liste per le europee, ma se sarò candidato, non si aprirà un problema in Regione perché la mia sarà una candidatura di testimonianza, di servizio» spiega il governatore. Esiste però anche l’opzione due: «Se si stabilirà la non incompatibilità tra le cariche, potrei fare qualche mese di doppio mandato. Ma non credo sia possibile, perché non lo consentono le normative europee».
Berlusconi ha appunto chiesto a ministri e presidenti di Regione di candidarsi e, in collegamento telefonico con il convegno di Riva del Garda, li ha anche invitati a darsi da fare sul territorio: «Ha ragione Formigoni a dire che i nostri ministri devono imparare dalla Lega a consumare le scarpe e a stare con la gente». Il premier invita parlamentari e dirigenti del Pdl a «mettersi sempre in discussione» prendendo esempio da lui: «Io a ogni elezione metto la mia faccia, mi impegno in prima persona come successo in Abruzzo e in Sardegna».
Il leader del Pdl, parlando poi da Cernobbio, si è mostrato ottimista sulle amministrative e sull’appianamento delle divergenze con la Lega per il voto locale in Lombardia: «Mi sembra tutto definito, abbiamo una sola Provincia in cui decidere».
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