Formigoni: «Prodi penalizza Malpensa per clientelismo»

È polemica sul piano del governo per rilanciare la compagnia puntando solo su Fiumicino. La Regione: «Così abbandona il Nord»

(...) Inevitabile l’opposizione di Formigoni, al quale fanno eco le dichiarazioni critiche del mondo politico e imprenditoriale milanese e lombardo, da Palazzo Marino ai sindacati al presidente della Sea, la società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa. «Se il futuro del trasporto è l’aereo non si può rinunciare ad avere un hub in Italia e l’unico aeroporto che è in grado di fare questo mestiere è Malpensa» dice Giuseppe Bencini. Il presidente di Sea difende l’aeroporto cifre alla mano: «Malpensa è l’aeroporto che registra il più alto tasso di crescita in Europa».
Formigoni, da sempre difensore della causa di Malpensa, è tranchant: «Vogliono puntare su Fiumicino non per una logica di mercato e di scelte di politica generale del Paese ma in base al clientelismo territoriale. Al Nord lo avevamo sempre saputo. Scegliendo Fiumicino e non Malpensa il governo si prende la responsabilità di abbandonare 30 milioni di cittadini e milioni di imprese che qui sono presenti dicendo loro di arrangiarsi a volare».
A parlare, secondo la Regione, sono i numeri stessi. Malpensa è il quinto hub europeo per destinazioni e frequenze, lo scalo è cresciuto dell’11 per cento nei primi sei mesi del 2006 contro una media europea del 5 per cento e fra il 2003 e il 2006 è cresciuto del 60 per cento, cioè il doppio della media europea. Inoltre il settanta per cento dei biglietti staccati sulle destinazioni internazionali da Alitalia viene venduto al Nord. «Non si può dire di scegliere Fiumicino in base a una logica di mercato. È semmai vero l’opposto perché il mercato è qui al Nord. Il 70 per cento dei biglietti sono di queste regioni e, tra l’altro, sono anche i più cari. Se Alitalia vuole tentare di rilanciarsi, proprio in base a una logica di mercato, dovrebbe investire a Malpensa».
L’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Cattaneo, invita il governo a concentrarsi su ciò che non è stato fatto per lanciare Malpensa e ricorda anche la concorrenza di Linate: «Alitalia dal 1998 è in perdita non perché ha aperto Malpensa, ma perché Rutelli e company hanno fatto di tutto perché Alitalia non vi si trasferisse operativamente. Se lo avessero permesso, oggi parleremmo di una delle più fiorenti compagnie aeree del mondo». Quanto agli errori «lombardi», secondo Cattaneo è soprattutto la concorrenza tra gli scali della regione che danneggia l’hub: «Noi non dobbiamo dare più alibi a questa gente e dobbiamo riportare la problematica di un più equilibrato rapporto fra Linate e Malpensa in cima alle nostre priorità. È indubbio che una certa miopia milanocentrica ha permesso a troppi detrattori di affondare il colpo».
Sulla stessa linea Edoardo Croci, assessore comunale ai Trasporti. «Se la politica romana interferisce si prenderà la responsabilità dell’inevitabile tracollo della nostra compagnia di bandiera» dice Croci. E aggiunge: «Alitalia ha su Malpensa circa il 50 per cento del proprio traffico». Le contestazioni arrivano anche dal centrosinistra. «Rutelli non perde il vizio di dimostrare di essere romanocentrico, di conoscere poco il Nord e le questioni aeroportuali» attacca il consigliere provinciale della Margherita, Roberto Caputo.

Critici i sindacati. Walter Galbusera, segretario della Uil, lancia l’allarme: «Se i voli partissero da Fiumicino, sarebbe una tragedia per la Sea. A questo punto si dovrebbe cercare per Malpensa un vettore alternativo ad Alitalia».

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