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Formigoni: «Se deve fallire, che fallisca»

da Cernobbio

«A medio termine sto lavorando per individuare una compagnia che possa sostituire Alitalia come vettore trainante dell’hub di Malpensa» ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sottolineando che «sarà un lavoro difficile, lungo 12-18 mesi, perché dobbiamo trovare un’aerolinea che investa, che assuma personale sul nostro territorio». La scelta di Alitalia di rinunciare al Nord e a Malpensa, ha sottolineato Formigoni parlando a Cernobbio, è «autolesionista» soprattutto per il Paese «che ha bisogno di due hub», mentre Alitalia «è la cosa meno importante. Se deve fallire, fallisca», ha concluso.
Intervento duro, invece, quello del ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani, che invita il Nord «a smetterla di seguire le favole» e spiega come il nodo Malpensa potrà essere risolto solo «con una soluzione complessiva del caso Alitalia», compagnia che sta per fallire e alla quale «non si può chiedere molto».
«Ho letto delle proteste per i tagli ai voli intercontinentali», ha detto Bersani riferendosi all’appello lanciato dal sindaco di Milano Letizia Moratti, documento che ha definito «strumentale perché allora dovrebbero protestare ancora di più i baresi o quelli del Sud Italia, visto che il 90% dei passeggeri che partono da Malpensa vengono portati lì dal Sud mentre gli imprenditori del Nord partono da Bologna, Verona e Torino». Dichiarazioni subito contestate dal presidente della Sea, Bonomi: «Bersani è mal informato».
Il ministro è convinto che «un vero piano industriale di Alitalia deve essere comunque attento alle infrastrutture del Nord che sono importanti per il Paese, così come lo sono i problemi del Nord; ma non si può chiedere molto a chi sta per fallire».


Sull’Alitalia e sul problema di Malpensa è intervenuto nuovamente anche il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, secondo il quale «sarebbe un controsenso abbandonare Malpensa dopo tutti gli investimenti realizzati dal governo», aggiungendo in maniera colorita che «se non ci sarà più Alitalia ci sarà “Alicavolo”, non mi interessa: l’importante è che ci sia il mercato».\

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