Formigoni tenta l’accordo con l’opposizione per difendere Malpensa

«Mi aspetto sostegno anche dal centrosinistra». A novembre un «tavolo» sulle infrastrutture

Sabrina Cottone

Una nuova visita romana, per fare pressing (e anche lobbiyng) in favore di Malpensa. Il primo risultato è che a novembre si riunirà il «tavolo Milano» sulle infrastrutture, alla presenza del sottosegretario Enrico Letta e del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi e non è esclusa la presenza di Romano Prodi. Oggi, intanto, Roberto Formigoni sarà in consiglio regionale a tessere la tela locale di un accordo con l’opposizione per difendere l’aeroporto lombardo dagli attacchi di Francesco Rutelli e della cordata Fiumicino. «Due hub sono possibili. Si possono potenziare sia Malpensa che Fiumicino. Sono sicuro che la maggioranza in consiglio regionale sarà compatta e mi aspetto che anche una parte dell’opposizione converga sulle nostre tesi» spiega il presidente della Regione, che vede con grande favore un documento trasversale «con molti voti che arrivano dall’opposizione».
L’obiettivo è salvare i voli e anzi intensificarli e ottenere dal governo gli stanziamenti in finanziaria necessari a migliorare i collegamenti con Malpensa: «Ci attendiamo i 370 milioni previsti». È lo stesso spirito che ieri l’ha portato a Roma a incontrare il ministro Bianchi, il sindaco Walter Veltroni e il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. «Più voli per Malpensa e Fiumicino, nessuna competizione tra gli scali» è la filosofia comune. In sostanza, un potenziamento della compagnia nazionale che non metta di fronte a impraticabili aut aut tra Roma e Milano. Sulla stessa linea il segretario dei Ds, Piero Fassino: «La polemica Fiumicino-Malpensa è surreale. Per risolvere la crisi si è pensato di tagliare i voli, ma senza i voli non è possibile rilanciare l’Alitalia».
Le richieste di Formigoni sono precise: «Alitalia, come si è già impegnata da anni, aumenti il numero delle rotte intercontinentali da Malpensa, sposti gli equipaggi e faccia base di armamento a Malpensa». Il presidente ne è convinto: «Se Alitalia si ritira da Malpensa muore. Sono andato da Veltroni e Marrazzo perché è inutile trincerarsi dietro una rivalità che non c’è». Formigoni considera questa trasferta romana e il tavolo di novembre una specie di «ultimo avviso» per tentare una collaborazione. «Ci aspettiamo già in Finanziaria risposte concrete su Pedemontana, BreBeMi, Tem, ferrovie a alta velocità, metropolitane e Malpensa» dichiara.

E AliNord? «Per noi sarebbe l’ultima scelta, ma drammatica. Quel che vogliamo è che Alitalia investa su Malpensa. La gente che vuole volare è qui in Lombardia e non farebbe certo scalo a Roma ma negli hub del Nord Europa».

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