(...) La Fondazione Stelline adesso vorrebbe ritirare lautorizzazione a usare la sala per discutere de «La nostra Europa. Popoli e Tradizione contro banche e poteri forti», tutti temi a dir poco sensibili. «Sono previsti anche interventi di esponenti di gruppi negazionisti e la prudenza sconsiglia che ciò accada in un luogo simbolo della città» dice il presidente, Camillo Fornasieri. Ma Forza Nuova rilancia, facendo ventilare una causa civile per danni e qualche turbolenza in piazza.
«Se ci vieteranno la sala, terremo comunque il nostro convegno. Certo, sarebbe molto difficile gestire una moltitudine di persone. Abbiamo stampato cinquemila manifesti, centinaia e centinaia di persone sono in arrivo da tutta Europa. Non è possibile bloccare la macchina» dice il portavoce del movimento, Marco Mantovani. Sostiene che le polemiche sono inventate dal nulla: «Tutti parlano di noi ma nessuno con noi. Non ci risultano tesi negazioniste e non conosciamo i naziskin. È possibile che possano esprimersi tutti, rom, stranieri, omosessuali, anche Curcio, tutti tranne noi? Ci appelliamo allarticolo 21 della Costituzione. Se siamo fascisti? È una domanda che non ha senso. Perché no, ci sarebbe piaciuto vivere al tempo di Mussolini, ma anche di Leonida, delle Crociate, della tavola Rotonda».
Nel clima che si scalda, il vicesindaco, Riccardo De Corato, invita a non esacerbare gli animi: «Credo sarebbe sbagliato togliere loro la sala, si rischia di creare problemi fuori. Sarebbe un favore concesso a chi vuole rimestare nel torbido. Sono i centri sociali che prendono a pretesto il convegno per trovare visibilità». Il presidente della Provincia, Filippo Penati, ricorda gli scontri dell11 marzo 2006 in corso Buenos Aires e chiede la convocazione del Comitato per lordine e la sicurezza: «È una manifestazione ad alto rischio di tensione sociale, che si presta a essere strumentalizzata e che nessuno vuole assumersi la responsabilità di vietare».
Sul tema il sindaco, Letizia Moratti, rimanda a ciò che ha detto nei giorni scorsi: «Se sono manifestazioni di idee, condivisibili o non condivisibili, salvo che non ci sia un problema di ordine pubblico, non mi sento di intervenire: nelle città bisogna essere liberi di manifestare il proprio pensiero».
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