La Francia travolta da «premiopoli»

Gli ambienti culturali di Parigi sono scossi da un infamante sospetto: quello che i premi letterari francesi, a partire da quelli più importanti, possano essere aperti al rischio della «corruzione». Il Servizio centrale della prevenzione della corruzione (Scpc), un ente che fa capo al ministero della Giustizia, mette in guardia, nel suo rapporto annuale, sui «rischi di conflitto di interesse nel mondo editoriale per la distribuzione dei premi letterari». Le accuse sono precise: membri di giuria nominati a vita che non garantirebbero la necessaria trasparenza decisionale; case editrici che monopolizzerebbero, direttamente o indirettamente, quasi tutte le gare; conflitto di interesse incombente tra giurati, autori ed editori. Il rapporto cita articoli di giornali e un saggio dal titolo «Prix littéraires: la grande magouille» di Guy Konopnicki, che già avevano alimentato l’ipotesi di una «premiopoli».

Il Servizio francese anti-corruzione, diretto da un magistrato, sottolinea come sia difficile mantenere una netta separazione tra i ruoli dei membri delle giurie, generalmente tutti autori di libri, e quelli delle case editrici che gareggiano ai premi.

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