Emilio Orlando
La sanità non gode certo di buona salute nella nostra regione, soprattutto per questioni finanziarie. Ma anche per quanto riguarda lefficienza degli ospedali cè poco da stare allegri. Tre giorni fa si è registrata lultima protesta di medici e infermieri del SantEugenio a causa delle carenze che affliggono il nosocomio dellEur: turni massacranti per gli operatori che prestano servizio al pronto soccorso, dove lattesa media per farsi visitare supera le otto ore. Dove, invece, non ci sono grossi problemi di organico, si verificano, a volte, i classici casi di malasanità. Quello che raccontiamo è capitato, qualche giorno fa, a una sessantenne romana abitante nel quartiere di Torpignattara. La donna, di cui forniamo solo le iniziali, P.C., in seguito a una brutta caduta, si è presentata al pronto soccorso dellospedale di zona.
Aveva una caviglia gonfia e il piede molto dolorante. Il medico di guardia al pronto soccorso le fa fare una radiografia e una visita ortopedica. Il responso è rassicurante: si tratta di una banale distorsione che può essere curata a casa con un po di riposo. P.C. viene così dimessa con una prognosi di sei giorni.
Nel corso della notte, però, il dolore al piede aumenta tanto che la donna è costretta ad assumere forti dosi di analgesici per placare il dolore e nelle prime ore della mattina successiva, i suoi familiari decidono di trasportarla in un altro ospedale, questa volta in zona Aurelia.
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