Cronaca locale

In fuga dalla torre La polizia indaga e finisce sotto tiro

La Procura che dice di non saperne niente. L’ospedale San Paolo che si proclama «allibito». L’opposizione che spara ad alzo zero. I medici cattolici che protestano «il medico non è un poliziotto». Persino il vicesindaco De Corato che accusa la polizia di essersi fatta fregare. È una giornataccia, insomma, per il questore Alessandro Marangoni, che si ritrova pressoché isolato sulla vicenda di via Imbonati. La decisione della Questura di indagare per favoreggiamento a carico di Andrea Crosignani - il medico del San Paolo che ha fatto scendere dalla torre uno degli immigrati che partecipavano alla protesta, lo ha fatto ricoverare in ospedale e la mattina dopo lo ha dimesso consentendogli di svanire nel nulla - ha riscosso pochi applausi e una valanga di critiche.
Ma in via Fatebenefratelli non arretrano di un passo. Quella avvenuta sabato sera, con il ricovero d’urgenza dell’egiziano Mahmud, secondo la polizia è stata una messa in scena bella e buona, il cui unico obiettivo era consentire al giovanotto di lasciare la vecchia ciminiera e allontanarsi indisturbato, senza rischiare di venire bloccato ed espulso. Mahmoud (ammesso che si chiami davvero così, nei giorni scorsi era stato indicato anche come «Achmed» o «Abdelrassak») aveva tutti i diritti di essere curato, clandestino o regolare che fosse: non è questo il tema dell’indagine. E nemmeno viene rimproverato al dottor Crosignani di non avere denunciato il clandestino, visto che nessuna norma può imporre un simile obbligo. Piuttosto, a mandare su tutte le furie la polizia, e a portare alla decisione di aprire un’indagine sul medico, è stato il colpo di scena avvenuto domenica mattina: quando l’immigrato che fino a poche ore prima risultava deperito e semiassiderato si è improvvisamente ripreso e, su disposizione dello stesso dottor Crosignani ha lasciato l’ospedale. La polizia non mette in discussione le scelte cliniche del medico ma ritiene di avere in mano indizi che esulano dal giudizio tecnico del sanitario e che fanno sospettare l’esistenza di un piano per aiutare Mahmud a schivare l’espulsione.
Nel mirino, dunque, ci sarebbero scelte extra-professionali del medico e di altre persone che avrebbero collaborato al piano di «salvataggio» dell’immigrato: verosimilmente, militanti delle associazioni anti-razziste (non di Emergency, cui non risulta che Crosignani appartenga) che dal 5 novembre appoggiano la protesta sulla torre di via Imbonati. Un rapporto verrà trasmesso nei prossimi giorni dalla polizia alla Procura. Dai vertici dell’ospedale San Paolo arrivano però parole in difesa dell’operato del medico: «La procedura seguita - spiega Novella Chapperon, della direzione sanitaria - è stata assolutamente regolare. Il dottor Crosignani si è attivato secondo scienza e coscienza. Non è affatto strano che il paziente sia stato dimesso, una volta che era stato reidratato per tutta la notte.

E nessuna segnalazione da parte delle forze di polizia ci aveva indicato che il paziente fosse soggetto a forme di sorveglianza particolari».

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