«Sono stato segretario amministrativo della Dc dal dicembre 93, successivamente anche nel Ppi, poi aderii al Cdu e ne divenni tesoriere (...). Zandomeneghi mi fu presentato da Baccarini e da Rotondi. Naturalmente subordinai lassenso della mia adesione ai contratti alla verifica del contenuto dellaccordo ma le trattative furono condotte esclusivamente da loro due (...). Baccarini mi informò di aver effettuato il passaggio delle quote a Zandomeneghi e mi sollecitò di effettuare il mio trasferimento anche per consentire al Ppi di poter recuperare lassegno (...). Un paio di mesi prima delludienza al tribunale civile del 7 maggio 2002 effettuai il passaggio delle azioni ottenendo la consegna di 2.200.000.000 di lire. Preciso che due settimane prima ero stato convocato nella sede del Ppi, in piazza del Gesù, nellufficio di Nicodemo Oliverio ed in sua presenza, e di Pierluigi Gilli (questultimo nuovo tesoriere) fui invitato a non effettuare il passaggio delle azioni, a far saltare il contratto con Zandomeneghi perché a detta loro si trattava di una truffa e di un pasticcio che per errore Baccarini e Rotondi avevano effettuato. Io risposi che Zandomeneghi era adempiente sia nei confronti del Ccd sia dei versamenti concordati in precedenza, cioè che gli assegni erano stati coperti, e che effettivamente era giacente presso il notaio Intersimone lultimo assegno, e che di conseguenza io non potevo assumermi la responsabilità di far saltare il contratto firmato dai due tesorieri. Non solo. Nel corso dellultimo colloquio con loro, mi dissero apertamente che il loro obiettivo era quello di recuperare gli immobili, in parte per venderli, in parte per destinarli allimpiego del nuovo partito la Margherita. Di conseguenza Zandomeneghi più volte mi ha sollecitato, anche in tono perentorio, di consegnargli le quote azionarie in adempimento degli accordi (...). Io effettuate le verifiche mi recai dal notaio e riscontrata la solvibilità dello Zandomeneghi, ottemperai allobbligazione e presi materialmente lassegno che nei giorni successivi offrii a Nicodemo e Gilli. Entrambi non lhanno accettato, e preciso che davanti al giudice Scaldaferri offrii la consegna banco iudicis.
Il giudice prese lassegno e lo offrì per tre volte a Gilli alla presenza di Oliviero. Gilli disse di non volerlo. Il giudice sollecitò Gilli nel rispondere alla sua domanda se era sicuro che egli faceva linteresse dei suoi associati. Gilli rispose di sì».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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