Full, pastore tedesco con il dono del dialogo

Millezampe è il titolo dell’ultimo libro di Luca Goldoni: edito da Rizzoli e scritto con la collaborazione del figlio Alessandro. Protagonisti sono gli animali, uno soprattutto: il pastore tedesco Full che di Goldoni è compagno nelle passeggiate in campagna, e che Goldoni utilizza come tacito interlocutore mentre rimugina, magari ad alta voce, riflessioni di varia umanità. Full guarda e ascolta. «Ha due occhi dorati, intensi, che mi fanno pensare: dietro uno sguardo così ci dev’essere un cervello che lavora. Ovvio che non coglie il significato delle parole, ma intuisce che gli voglio dire qualcosa di importante». È tipico dei padroni attribuire al loro cane prodigiose doti intellettuali. Cerco di contenermi, ma succede anche a me di incorrere in questo vezzo. Un po’ patetico ma perdonabile. In Millezampe sono allineate le noterelle di uno dei mille - o dei mille volte mille - che non concepiscono l’idea d’avere una casa senza animali (domestici per intenderci: giudico stravagante e a volte crudele la moda di tenere in cattività esseri esotici, strani, e oltretutto per niente simpatici). Gli animali sono impegnativi. Chi li adotta deve rinunciare ai piaceri d’un appartamento di città sempre in ordine. «Ogni tanto - osserva Goldoni - càpito in belle case dove però divani e poltrone hanno i braccioli consunti e qualche strappo sullo schienale. Ma mi sono abituato a non stupirmi e a non considerare sciatti i miei ospiti: è evidente che nella loro casa regna incontrastato un gatto». Sono numerosissimi coloro che hanno cani e gatti insieme (Goldoni è della partita) felicemente conviventi a dispetto della tradizione e dei favolisti. Chiacchierando del più e del meno con il paziente e attento Full Goldoni - dotato dello humour bonario e pungente insieme che è proprio degli emiliani - prende a bersaglio alcune miserie della società italiana: plagiata dalla dominante televisione, che a sua volta s’involgarisce sempre più per essere al livello della «massa». Sta di fatto che Full, accucciato sul tappeto mentre Goldoni armeggiava col telecomando, «quando compaiono sui divani di Buona domenica gli ex del Grande Fratello si alza con un brontolio. Immediata la mia interpretazione: deve averne le tasche piene dopo esserseli sorbiti per mesi sulla Tv dei custodi. E così comincia uno dei miei monologhi. Caro Full, il G.F. va in onda in tutta Europa, ma mentre in quei felici Paesi finito il programma i protagonisti vanno a casa, da noi cominciano una sfolgorante carriera. Ospiti dei talk show in cui straparlano dello scibile, dei telequiz in cui collocano Bagdad in Afghanistan, delle sagre di paese che se li contendono come superstar». Tutto questo non piace a Goldoni, non piace a me, e a quanto pare non piace nemmeno a Full.

Ma è proprio vero che altrove le televisioni e il pubblico resistono a questi trionfi del pecoreccio? Non mi pare se ripenso alla celebrità di Monica Lewinsky e d’altre ragazze disinvolte presentate al pubblico e all’inclita da conduttori autorevoli. Caro Luca, questo è il mondo in cui viviamo. Siamo tutti fratelli - Full incluso - e nemmeno grandi.

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