Lea Pericoli
La terra rossa, che per tradizione fra tutte le superfici è quella su cui si registrano meno sorprese, ha provocato grossi guai al Roland Garros. Se è vero che lerba privilegia gli amanti del serve and volley, che il cemento favorisce i grandi picchiatori, per quanto riguarda la terra tutti coloro che impostano il loro gioco sulla regolarità dovrebbero sentirsi al riparo dalle sorprese. Invece ieri la seconda prova del Grande Slam ha addirittura messo in castigo tre grandi favoriti. Infatti sono usciti a sorpresa non solo Safin battuto da Robredo in 3 ore e 50 minuti (8-6 al 5°), ma anche i due finalisti dello scorso anno: lindomabile Guillermo Coria, ragazzo che oltre allincapacità di sbagliare sembrava avere le ali ai piedi, e Gaston Gaudio vincitore della passata edizione. Coria si è arreso allucraino Nikolay Davydenko, un biondo 24enne che vive a Montecarlo. Gaudio è stato battuto dallo spagnolo David Ferrer che nei quarti affronterà il connazionale Rafael Nadal.
È bastato un pomeriggio per mettere lArgentina a lutto. Purtroppo anchio mi vesto di nero. A Parigi la nostra Francesca Schiavone, che partiva favorita contro Ana Ivanovic (ragazzona di Belgrado che aveva eliminato la Mauresmo) ha perso per 4-6, 7-6, 3-6. Quando due giorni fa ho sentito la Leonessa spiegare la nuova impostazione del suo tennis («Ho cambiato tattica. Ho scelto di diventare unattaccante!») sono stata percorsa da un brivido. Ho ripensato ai match points sprecati in Fed Cup contro la Russia. Ho rivisto le sue partite al Foro Italico. Ho risentito le parole sussurrate da Emilio Sanchez durante una cena a Roma: «Francesca sta commettendo un grave sbaglio.
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