Il futuro degli interni, architetti a confronto

Si chiude oggi al Politecnico «Interiors Forum World 2008», appuntamento che ha presentato design e architettura d’interni come una disciplina teorica trasversale, dinamica e in costante evoluzione: un approccio d’indagine interdisciplinare che ha coinvolto teorici, designer, architetti e studiosi di fama internazionale.
Il forum è il risultato di un lavoro di ricerca maturato all’interno del dottorato in Architettura degli interni e allestimento dell’Università di Milano, con l’obiettivo di approfondire il tema della progettazione dello spazio, valutando la possibilità di applicare le sperimentazioni sviluppate nella ricerca universitaria a scenari reali. Dunque, un appuntamento rivolto a studiosi, docenti e studenti, ma aperto anche a giovani che non hanno ancora scelto un corso specifico di studi, e intendono inserirsi in questo settore ricco di opportunità lavorative.
Particolarmente interessante la questione dell’exibit design (allestimento museale fieristico). «Tra le discipline dell’architettura degli interni, quella del progetto espositivo è la meno riconducibile entro precisi confini tematici ed operativi, poiché risulta complessa e trasversale», spiega Luca Basso Peressut, coordinatore del convegno, ordinario di Architettura degli interni e allestimento e direttore del master Idea exihibition designer. Una complessità e trasversalità che le ha permesso di allargare il suo campo d’azione dai musei e mostre temporanee a tutti gli spazi pubblici ad alta permeabilità d’accesso, che connotano l’attuale vivere metropolitano. «Nella realtà contemporanea - prosegue il professore - l’esposizione rispecchia il concetto di interno collettivo inteso come sistema di spazi sia chiusi sia aperti della città. Spazi che si qualificano proprio per le differenti attività e i modi di fruizione dell’informazione, luoghi architettonicamente fra loro interscambiabili».
A differenziare l’exibit dal progetto architettonico tradizionale è il coinvolgimento di un numero molto più ampio di attori. «Su tutti sono preminenti le due figure del curatore e del progettista, che svolgono un ruolo strategico nella formalizzazione d’assieme - precisa Basso Peressut -. Le forme dell’esporre sono il frutto di una contaminazione fra le diverse realtà, ibridando linguaggi e forme, generando nuove condizioni del fare».


Ad ospitare il convegno è stata proprio la capitale del design, ma il professor Basso Peressut nega il rischio di incorrere in autocelebrazioni accademiche: «è un’opportunità di dibattito e confronto non solo sull’interiors design, ma sulla contemporaneità, da parte di interlocutori di diversa formazione e interessi, con il contributo dei studiosi di università italiane e internazionali».
Il forum è stata anche un’occasione per fare il punto sul problema della «casa per tutti», con la proposta del miglioramento delle condizioni abitative anche nelle fasce più povere.

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